Martedì, 24 Dicembre 2024

De Rerum Natura in scena al Pompeii Theatrum Mundi

Il regista Davide Iodice e il giovane drammaturgo Fabio Pisano tornano a collaborare insieme, dopo il successo di Hospes- Itis, con uno spettacolo liberamente ispirato al De Rerum Natura di Tito Lucrezio Caro prodotto dal Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, in scena per la prima volta nella magnifica cornice del Teatro Grande di Pompei nel corso della settima edizione della rassegna estiva Pompeii Theatrum Mundi. L’appuntamento è per il 27, 28 e 29 giugno 2024 alle 21.

Dedicato alla memoria della botanica Annamaria Ciarallo, botanica, lo spettacolo vede in scena Aida Talliente, Ilaria Scarano, Carolina Cametti, Teresa Battista, Greta Esposito, Sergio Del Prete, Wael Habib, Giovanni Trono, Marco Palumbo, Emilio Vacca, con la partecipazione straordinaria di Orchestrìa, il progetto speciale di musica inclusiva dell’associazione Forgat Odv all’interno della Scuola Elementare del Teatro - Conservatorio Popolare per le arti della scena, a cura di Francesco Paolo Manna, Antonio Frajoli.

«I temi del De Rerum – scrive nelle note di regia Iodice - precipitano fragorosamente in questo tempo, e la voce di Lucrezio Caro mi pare sovrapporsi ora a quella di una ragazzina svedese diagnosticata come Asperger, inverarsi nella sua sensibilità dolorosa. La vicenda di Greta Thunberg, la sua emblematicità, non poteva non intersecare la mia storia personale e la mia progettualità pedagogica che da anni privilegia la disabilità intellettiva indagandone le possibilità.

L'immagine portante consegnata a Fabio Pisano per il suo ordito di parole è stata dunque quella del celebre discorso pronunciato all'Onu da Greta sull'emergenza climatica.

A Greta hanno fatto seguito altre figure nelle cui vicende ho sentito riverberare i temi e le invettive del poeta latino: la giovane attivista italiana Giorgia Vasaperna, Julia “butterfly” Hill, le anziane e accudenti donne dell’isola di Lesbo, i minatori d’oro africani e i braccianti delle nostre terre infette. Sin da subito in questo materiale così eterogeneo, ha fatto capolino un ‘daemon’, uno spirito guida, il correlativo simbolico di questo sentimento di perdita credo, di natura ferita e in dissolvimento, ha fatto capolino un orso polare, uno di quegli orsi polari che alla fine di questo secolo secondo le stime non esisteranno più».

Author: Redazione

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