Galleria Toledo: tributo ad Annibale Ruccello con Sirene
”Sirene, una donna in un corpo di un uomo! Ecco cosa sono, un mostro!”, omaggio ad Annibale Ruccello, in scena il 28 e 29 dicembre al teatro stabile d’innovazione Galleria Toledo ai Quartieri Spagnoli con Vincenzo De Caro e Claudio Spaggiari, autore della pièce.
Lo spettacolo “Sirene -Una donna in un corpo da uomo, ecco cosa sono. Un mostro!!!”, presentato dall’associazione culturale Masaccio, è una libera riscrittura del capolavoro “Le cinque rose di Jennifer” di Claudio Spaggiari, omaggio ad Annibale RuccelloVincenzo de Caro e Claudio Spaggiari condividono il palco da protagonisti di un’opera intensa, che fa riflettere su ogni sfaccettatura dell’animo umano. Genni e Zoe sono due vecchie travestite alla affannosa ricerca del loro posto nel mondo, con infinite domande senza risposte certe, sempre in bilico tra la rassegnazione e il rifiuto dell’omologazione. Partecipando attivamente alla climax emotiva dei due personaggi lo spettatore si troverà catapultato in una profonda ricerca interiore che coinvolge ogni essere umano. Tra esagerazioni, balletti e trucchi emergono la solitudine provata da queste due anime e i loro sogni, sempre e solo sognati.
Un caleidoscopico balletto emotivo che porterà a un epilogo inatteso. Sirene è un testo di denuncia,una rappresentazione dell’individualismo dell’uomo contemporaneo.Il testo è stato completamente riscritto da Spaggiari e ha preso la piega attuale grazie all’amicizia trentennale e alla stima professionale che lo lega a De Caro con il quale ha condiviso mesi di lavoro e ricerca. A trentasei anni dalla scomparsa di Ruccello, Spaggiari decide finalmente di portare a termine un progetto che aveva pensato nell’ormai lontano 2011.
De Caro interpretava “Le cinque rose di Jennifer” al teatro del Cestello di Firenze quando Spaggiari se ne innamorò perdutamente e sognò per la prima volta di reinterpretarlo con il suo punto di vista e la sua prospettiva.“Le cinque rose di Jennifer” fu scritto da Ruccello nel 1980 quando condivideva l’abitazione proprio con De Caro, motivo per cui Vincenzo è molto legato al testo.La loro casa di Posillipo era diventata luogo di ispirazione per Ruccello per la grande moltitudine di persone, tutte diverse, che varcavano la loro soglia. Un vero e proprio “porto di mare” che accoglieva i più vari tipi di umanità, da anime disperate ad artisti veri, da vagabondi in cerca di equilibrio a personalità di spicco dell’ambiente culturale e mondano di Napoli. Un crocevia di storie, culture,mondi quasi dissonanti tra loro, eppure così ricchi di racconti affascinanti, da costituire l’ispirazione perfetta per Ruccello.
“SIRENE” soprattutto nella prima parte, che è più aderente al testo originale,vuole omaggiare proprio questa parte di vita che De Caro e Ruccello hanno condiviso. Altra analogia col testo originale è la presenza del personaggio di Franco, una persona realmente esistita, che permane anche in Sirene ma con altro nome, Lello. Il finale è invece il taglio più contemporaneo del copione, un epilogo quasi aperto, che lascia spazio a più interpretazioni e che dà spazio a illazioni discrepanti tra loro.Seppur vero che la diversità è l’essenza dell’umanità, se ci guardiamo dentro anche solo per un istante nessuno si troverà poi così distante dai sentimenti provati da queste due anime interpretate con coraggio, intensità emotiva e grande energia da due attori poliedrici e capaci di far emozionare.