La tivvù racconta il calcio femminile
Dieci spot e un documentario sulla storia del calcio femminile per comunicare e raccontare la storia e le storie di un movimento sempre più in crescita per risultati e riscontro di pubblico.
Per far conoscere meglio al grande pubblico le protagoniste della spedizione azzurra in Inghilterra la Rai ha realizzato dieci ritratti personali (in onda in questi giorni su tutti i canali) di colonne della Nazionale come Sara Gama, Laura Giuliani, Barbara Bonansea e Cristiana Girelli, della Ct Milena Bertolini e del Capodelegazione della Nazionale femminile Cristiana Capotondi.
Inclusione e pregiudizi, sacrificio e pari opportunità, meritocrazia e voglia di vincere: sono queste alcune delle parole chiave che si sentono, insieme alla consapevolezza di rappresentare una generazione che rimarrà nella storia per aver riportato, nel 2019, l’Italia ai Mondiali dopo vent’anni di assenza, e per aver conquistato l’epocale passaggio al professionismo che la Serie A femminile vivrà dalla prossima stagione.
Un traguardo importante, che arriva dopo una lunga storia di lotte e sacrifici, e che la Rai ha deciso di celebrare con un documentario, in onda il 10 luglio alle 18.50 su Rai 2, dal titolo “Azzurro Shocking, come le donne si sono riprese il calcio.”
Il racconto, realizzato in collaborazione con la FIGC sull’onda del successo della docu-serie “Sogno Azzurro”, tornerà indietro di oltre 100 anni, ai primi tentativi di dare vita a squadre e campionati femminili, per ripercorrere il lungo periodo in cui il calcio femminile è stato negato e osteggiato, e i decenni nei quali è tornato protagonista grazie alle gesta sportive delle calciatrici, e all’intraprendenza di uomini e donne che hanno aperto nuove strade.
Il racconto vivrà attraverso le voci delle Azzurre di oggi, e di donne che in qualità di sportive, dirigenti, arbitri, allenatrici e giornaliste hanno permesso loro di “riprendersi il pallone”.
Ancora una volta la Rai, come recentemente avvenuto nella campagna dell’8 marzo, “Uguali e insieme”, supporta chi in favore della parità di genere “ci mette la faccia”, perché garantire pari opportunità nello sport vuol dire farlo anche nella società in cui viviamo.