Bolletta di oltre 21mila euro, Il Poggio a rischio chiusura
Il Poggio è a rischio chiusura. Un punto di riferimento per un territorio difficile, che dà lavoro a 27 ragazze e ragazzi che confidavano di aver trovato un lavoro stabile, rischia seriamente di chiudere per il caro energia.
Questa bolletta di oltre 21mila euro che ci è arrivata per il solo mese di luglio è una di quelle che stanno mettendo in ginocchio migliaia di attività italiane. Basti pensare che giusto un anno fa, con un consumo leggermente superiore, la bolletta era stata di poco meno di 6.500 euro.
Se nulla può pareggiare l’orrore della guerra vissuto da chi è costretto a subirne le conseguenze dove si combatte fisicamente, se niente può uguagliare la stima di mezzo milione fra morti e feriti, le conseguenze del conflitto in Ucraina le stiamo pagando anche noi a carissimo prezzo. Dalle famiglie alle piccole e medie imprese, a maggior ragione quelle sociali come la nostra.
Il Poggio è un caso esemplare. A fronte di consumi medi di poco più di 60mila euro l’anno prima dell’esplosione del conflitto, abbiamo assistito a un’escalation culminata in una bolletta di circa 17mila euro a giugno e questa di 21mila euro a luglio. Non sono costi sostenibili per un’impresa sociale come la nostra. Non sono costi scaricabili sulla clientela perché non potremmo certo passare da un costo medio di un pasto completo che oggi si attesta intorno ai 15 euro a chiederne 45.
Il consiglio dei ministri sembra aver escluso la proroga delle misure finalizzate al contrasto del caro energia, ma in quale paese vivono i nostri ministri? Si rende conto, questo governo, che invece di inseguire la follia di una guerra che non potrà concludersi con la sconfitta di uno dei due contendenti, bisognerebbe invece dare finalmente la parola alla diplomazia? E nel frattempo tassino sul serio quegli extraprofitti che stanno arricchendo i pochi soliti noti. Questo paese è a un passo dall’esplosione.