Transizione, quanto mi costi? Le guerra delle materie critiche arriva a casa nostra
Una vera e propria “Guerra Green” investe tutto il pianeta: quella che si combatte per il reperimento delle materie prime indispensabili per la cosiddetta transizione ecologica. Materie prime – fra cui litio, silicio, rame, caucciù, grafite, nichel, cobalto – che l’Europa non ha e che l’Asia rende sempre meno disponibili per ragioni geopolitiche e che sono state denominate, proprio per la difficoltà di reperimento, “minerali critici”.
Di questi elementi oggi si ha più necessità che dei combustibili fossili, accantonati sempre più in quanto è proprio il loro utilizzo responsabile dell’innalzamento della Co2.
Auto elettrica. Un tesoro inaccessibile di “terre rare”
Sul dibattito è intervenuto Domenico De Rosa CEO della Smet, società per azioni fondata a Salerno nel 1947, tra i leader europei nel settore del trasporto merci e della logistica. L’intervento di De Rosa riguarda principalmente la diffusione dell’automobile elettrica, la cui produzione richiede sei volte in più la quantità di materiali critici che servirebbero per un’auto convenzionale. Oltre a più rame e manganese, necessari per la costruzione, le auto elettriche richiedono infatti anche materiali quali grafite, nichel, cobalto, litio e altri elementi delle terre rare.
La globalizzazione fredda
“In seguito a questi mesi animati da profonde perplessità espresse in tutta Europa sul bando ai motori endotermici dal 2035, strategia europea iscritta nel percorso verso la transizione ecologica, è d’obbligo una riflessione: la transizione ecologica è transizione energetica, ma soprattutto deve essere transizione verso i “minerali critici” – Spiega De Rosa – Si tratta di una lista di materie prime sempre più fondamentali di cui l’Europa scarseggia e che la «nuova globalizzazione fredda» rende meno accessibile. In sostanza la nuova equazione sulla quale dovremo lavorare è: meno CO2, ma più materiali critici”.
I dati del Rapporto Enea
Punto di riferimento annuale è il Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica dell’ENEA che analizza le politiche e gli strumenti attuati per migliorare l’efficienza negli usi finali, e le relative connessioni con il contesto economico e lo sviluppo tecnologico, fornendo una fotografia dello stato dell’efficienza energetica a livello nazionale. Dai dati emersi dal rapporto del 2022, le fonti rinnovabili richiedono più acciaio, alluminio e cemento per unità di capacità rispetto alle tecnologie di generazione basate sui combustibili fossili. “Sono chiaramente ideologie che rischiano di cancellare anni di storia tecnologica e milioni di posti di lavoro - prosegue De Rosa - con la sola risultante pericolosa di rendere l’Europa subalterna alla Cina. Stiamo assistendo anche a progressive tattiche di avvicinamento dell’industria cinese al mercato europeo. Il quadro è sempre più chiaro: l’UE è anche dipendente dalle importazioni di risorse necessarie per la transizione verde, come dimostra la necessità di materie prime critiche. Un serio piano di transizione avrebbe messo in conto anche questo, prima di deliberare insensatamente”.