Violenza di genere: le forti guerriere, “antenne” sul territorio nel nome di Fortuna
Centinaia le segnalazioni arrivate solo nell’ultimo anno dalla Campania e da altre regioni d’Italia. Sono le richieste di aiuto di chi ha subito maltrattamenti fisici e psicologici e che si è rivolto all’associazione “Forti Guerriere” di Napoli per riaccendere una speranza. Una speranza di rinascita.
Forti Guerriere: sentinelle sul territorio
Una squadra di donne, mogli, mamme scese in campo, nel nome Fortuna Bellisario, ammazzata dal marito il 7 marzo 2019. Donne che si sono trasformate in “sentinelle” sul territorio, che hanno unito le forze per sostenere altre donne, per tendere una mano e dire loro: “Non siete sole”.
Ad accompagnarle nel loro percorso di riscatto c’è Simona Cappella, assistente sociale del Comune di Napoli e presidente dell’associazione che ha il suo quartier generale nella Sanità.
“Dopo l’omicidio di Fortuna – racconta - le sue amiche, le donne del quartiere hanno deciso di ribellarsi, di far sentire la loro voce. Così, proprio nel giorno del funerale, si sono rivolte a don Antonio Loffredo, parroco della Sanità, e con lui sono partite dal basso per cominciare a stravolgere la visione della donna sempre silenziosa, sempre lì a subire maltrattamenti psicologici, economici e affettivi. Dopo questo ennesimo episodio di violenza estrema è arrivata quindi la voglia di cambiamento: le donne del quartiere hanno fondato l’associazione per sensibilizzare, per aiutare a far denunciare. Sono tutte donne con storie di fragilità, dalla vita molto difficile, ma che hanno deciso di trasformare l'io in noi e quindi di diventare forti insieme”.
Sono partite in venti, oggi sono una trentina. Al loro fianco ci sono otto uomini, fra avvocati, medici, assistenti sociali e commercialisti.
“Perché di violenza se ne devono occupare solo le donne? È una questione che riguarda tutta la società. Non è uno scontro fra donne e uomini, non è una guerra di un sesso contro un altro. Ma una battaglia contro un qualcosa che si chiama violenza e che quindi deve essere condannata da tutti. Si tratta dunque di rivalutare il concetto di amore, di rispetto reciproco”, sottolinea Simona.
Da un libro di testimonianze nasce un luogo di accoglienza e rinascita per le donne
E ancora una volta la vita di “Forti Guerriere” ha incrociato quella di altri tre uomini. Così, grazie alla sensibilità di Raffaele Esposito, dirigente del Commissariato di Secondigliano, e degli ispettori Pier Massimo Caiazzo e Alfonso Auletta, è nata “La stanza di Lino”, inaugurata nelle scorse settimane, in memoria del poliziotto Pasquale Apicella, morto in servizio. È un ambiente protetto nella sede del commissariato dedicato all’ascolto delle vittime di violenza.
“Di solito – continua Simona Cappella – le stanze dei commissariati sono fredde. Per questo motivo abbiamo deciso di realizzare un luogo accogliente per ricevere le persone fragili dove ci sono divani, pareti colorate, una macchinetta del caffè, giochi per i più piccoli. Siamo felici perché una parte della “Stanza di Lino” è stata realizzata grazie ai soldi che abbiamo ricavato dalla vendita del libro Amore senza lividi. E poi è stato bello vedere la partecipazione dei commercianti del territorio che hanno donato qualcosa, come la pittura e le tende”.
Dalla violenza di genere al bodyshaming
E proprio in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che si celebra il 25 novembre, Forti Guerriere presenterà il libro “Amore senza lividi. Storie di guerriere senza paura” (Edizioni San Gennaro). L’appuntamento è alle 11 nella Basilica Santa Maria della Sanità a Napoli.
All’incontro parteciperanno padre Luigi Calemme, don Tonino Palmese, Simona Cappella, Manuela Palombi, Chiara Nocchetti, Maura Striano e Jago.
“Il libro – conclude la presidente – contiene dei racconti che sono testimonianze di donne che ce l’hanno fatta. Donne dal passato difficile che hanno subito violenze psicologiche e fisiche ma che sono riuscite a uscirne e a riprendere in mano la loro vita".
Il ricavato delle vendite è destinato alle attività dell’Associazione Forti Guerriere e dei centri antiviolenza gestiti da Proodos consorzio cooperative sociali”.