Luca Abete ai ragazzi: «Non abbiate paura di fallire»
Classe 73, origini avellinesi, Luca Abete è uno dei volti più amati dal pubblico televisivo. Diventato popolare come inviato dalla Campania per il tg satirico “Striscia La Notizia”, con cui il sodalizio dura da quasi venti anni, Abete comincia a muovere i primi passi in tv sin da giovanissimo, mostrando sempre una forte attenzione ai temi sociali.
Forse anche per questo da dieci anni porta avanti un tour motivazionale tra gli studenti delle università italiane dal titolo #NonCiFermaNessuno. La prossima tappa, a cui Luca tiene particolarmente, sarà a Napoli lunedì 18 marzo 2024 (a partire dalle 11 all’università Parthenope, Palazzo Pacanowsky, via Generale Parisi 13).
#NonCiFermaNessuno. Da cosa nasce la sua spinta a portare questo messaggio ai giovani di tutta Italia?
Incontrando i ragazzi in questi anni, mi sono reso conto che più dei consigli pratici su come si facesse il mio lavoro e si arrivasse ad avere il famigerato successo, quello che serviva loro era soprattutto una iniezione di fiducia in sè. Molti di loro erano fragili, avevano bisogno di una spinta in più per credere in sé. Nasce così questo esperimento di comunicazione, che, al tempo stesso, è una campagna rivolta ai ragazzi per motivarli e far capire loro che più che gestire il successo, bisogna gestire le sconfitte. Questa operazione è andata così bene, che oltre al gradimento degli stessi ragazzi e del mondo accademico, abbiamo ottenuto il massimo riconoscimento che si potesse sperare: la medaglia del Presidente della Repubblica.
Ansia, paura, sensazione di inadeguatezza, perché secondo lei sono così diffuse tra i nostri ragazzi?
In questi anni ho incontrato migliaia di ragazzi, è sempre una scoperta per me confrontarmi con loro, alcuni hanno sicuramente più difficoltà di altri e finiscono per rinunciare ai loro progetti per paura di fallire, sono spaventati al punto tale che non riescono a valorizzare le proprie potenzialità e a trovare i propri talenti, talenti che ognuno di noi ha. Racconto sempre agli studenti che anche io alla loro età ero un ragazzo molto timido, ho dovuto combattere per superare i miei limiti e acquisire sicurezza. Avrei voluto che qualcuno più maturo di me mi accompagnasse in questo viaggio: ecco, io mi auguro di essere un po’ questo per loro, qualcuno che riesca a tenerli per mano in questa riscoperta di sé.
Il claim scelto per il decennale è “Impariamo ad amarci”, ovvero il punto di partenza per la rivoluzione che ognuno dovrebbe fare dentro se stesso.
Spesso dimentichiamo il nostro valore, quanti piccoli gesti di eroismo quotidiano compiamo, la nostra capacità di essere resilienti davanti agli ostacoli, a volte ci diamo per vinti prima di lottare: amarsi significa dedicarci tempo, lavorare su se stessi ma anche a volte volersi bene così come si è, senza uniformarsi a parametri che ci impongono gli altri o finiamo per darci noi. Amarsi è la base per amare gli altri, il rispetto è basato sull’ascolto e sulla tolleranza: è il vero motore per rivoluzionare il mondo, a partire dall’ambiente, altro tema diventato sempre più caro agli studenti.
L’iniziativa è diventata negli anni ancora più solidale grazie alla collaborazione con il Banco Alimentare.
Collaboriamo col Banco alimentare da 8 anni. Io sostengo che il volontariato sia capace di migliorare le persone, perciò consiglio sempre a giovani di fare questa esperienza. Inoltre, ogni anno riusciamo a fare donazioni importanti. Questa volta ci siamo inventati un gioco che permette di donare raccogliendo pasti virtuali, che poi diventano reali. Si tratta del primo web game solidale, che permette ai ragazzi di essere solidali in modo leggero, ludico. Nel 2023 abbiamo raccolto 40mila, mi auguro che vada sempre meglio.
Cosa andrà a dire agli studenti napoletani il 18 marzo?
Ogni tappa è diversa dall’altra, i ragazzi hanno la possibilità di dire la propria. Io sono sempre contento della tappa napoletana, sono curioso di ascoltarli. Mi emoziona soprattutto il fatto di ritrovarmi nella stessa città e con le dinamiche che ho vissuto io alla loro età, quindi mi immedesimo molto di più. Napoli riesce sempre ad essere un po’ diversa, è una città poetica e creativa, perciò mi aspetto sempre un ventaglio di racconti sorprendenti dai ragazzi.
Come festeggerete il decennale di #NonCiFermaNessuno?
Ci siamo cimentati in una canzone che si chiama proprio “Impariamo ad amarci”, un brano prodotto da Ondesonore Records di Francesco Altobelli con Emilio Munda e interpretato da me con Leonardo Frezzotti (in arte Fritz). La musica è un altro mezzo per diffondere i valori della campagna sociale. Tutti potranno ascoltarlo da venerdì 22 marzo.
Parliamo di “Striscia la Notizia”, una collaborazione che dura da quasi 20 anni. Che bilancio ne trae?
“Striscia” è una favola bellissima, non pensavo di arrivare fin qui e fare quello che ho fatto. Continuo a vedere i colleghi come personaggi della televisione che ammiravo e questo sentimento mi fa rimanere collegato ancora alle problematiche che arrivano dal territorio. È un privilegio dare il mio contribuito per raccontare spaccati di realtà, anche se mi costa impegno e a volte mette a rischio la mia incolumità fisica! Non mancano momenti di tensione ma vengo ripagato dal riscontro della gente, che vede in me non tanto un personaggio televisivo, ma un atleta per cui fare il tifo.
Maggiori informazioni: www.noncifermanessuno.org