Domenica, 17 Novembre 2024

Riconoscere le emozioni, istruzioni per l’uso

Siamo in grado di riconoscere (davvero) le nostre emozioni? E che valore diamo al nostro vissuto quotidiano? In questi tempi così difficili in cui si fa fatica a guardarsi negli occhi e ad abbracciarci (almeno non lo si fa come prima della pandemia), appesantiti anche dall’angoscia per la guerra e da una crisi economica e sociale senza precedenti, non bisogna perdere di vista le nostre emozioni né dimenticarsi di chiederci sempre come ci sentiamo.

Ne parliamo con Francesco Aquilar, psicologo, psicoterapeuta cognitivista e autore, tra gli altri, di “Riconoscere le emozioni” (Franco Angeli, 2015), di cui sta scrivendo il seguito. Tra le sue “invenzioni” le canzoni psicoterapeutiche, testi scritti, eseguiti e composti da lui stesso per agire su particolari stati emozionali.

Gennaio: che mese rappresenta in psicoterapia e per la ripartenza del sé?

Gennaio rappresenta un mese importante per la maggioranza delle persone, quello in cui al bilancio dell’anno passato, seguono i classici buoni propositi per l’anno in partenza, progetti di ristrutturazione, impegni a fare delle cose, che non sempre saranno poi rispettati. Nella prossima edizione del mio “Riconoscere le emozioni”, ci sarà anche una parte dedicata alle stagionalità delle emozioni, perché ogni mese è legato a un tema.

Riconoscere le emozioni: ci svela come si fa?

La prima cosa da fare è non smettere di chiederci come ci sentiamo. Deve essere un allenamento costante, dobbiamo porci questa domanda tre volte al giorno, come per i pasti. Come mi sento in questo momento? Già la sola domanda ci consente di focalizzarci su quali siano le emozioni.

Quali sono le emozioni cui fare caso?

Quelle che chiamiamo emozioni primarie sono 5: felicità, tristezza, rabbia, disgusto e paura. Proviamo la prima quando abbiamo una dose sufficiente di autostima e siamo in armonia con noi stessi e con la persona amata; siamo tristi, al contrario, quando perdiamo questo stato e quindi non siamo in armonia. La rabbia si prova invece in presenza di un competitor, il disgusto il disgusto in presenza di un' "entità nociva" la paura quando si avverte un vero e proprio pericolo. Dopodiché, ci sono le emozioni secondarie: sorpresa, colpa e vergogna; infine abbiamo le emozioni accessorie: gelosia, invidia, “gelinvidia”, ovvero un mix tra le prime due.

In che modo dobbiamo utilizzare l’emozione che sentiamo di provare?

Nessuna emozione in sé è negativa; le emozioni ci informano sul nostro stato emotivo e ci indirizzano a fare delle cose. Mano a mano che riusciamo a riconoscerle, diventiamo bravi ad articolare un vocabolario emotivo che può tornarci utile per stabilire delle priorità, metterle in gerarchia nella nostra vite e nelle decisioni da prendere.

Scenario post-pandemico: come è cambiata la nostra vita, come siamo cambiati noi?

Siamo cambiati allontanandoci sul piano corporeo; ci sia abbraccia di meno e soprattutto nella strettissima cerchia familiare, non solo ormai per la preoccupazione del contagio. La pandemia ha reso più difficili le relazioni umane perché, oltre ad averci allontanati, ha fatto vivere ad ognuno di noi dei lutti, che in alcuni casi non sono stati neanche ancora elaborati. In generale, ci ha reso più tristi. 

Lei ha composto delle “canzoni psicoterapeutiche”: cosa sono e a cosa dovrebbero servirci?                                                                       

Si tratta di canzoni che hanno una valenza psicoterapeutica, possono contribuire a delle modificazioni del comportamento. Ognuna delle 17 canzoni (sono contenute all’interno della edizione più recente di “Riconoscere le emozioni”, ndr) è legata a un tema preciso, quindi può darci delle indicazioni importanti su come affrontare una determinata emozione. I brani, che io stesso ho scritto e musicato per la prima volta nel 2000, toccano temi che vanno dalla cooperazione alla competizione, dal narcisismo all’impegno sociale. E, a differenza della musica in senso artistico, che pure può essere terapeutica, hanno o dovrebbero avere degli effetti psicoterapeutici, come ipotizzato nell’approccio della psicologia della musica.

Quali sono attualmente i disagi psicologici più comuni e che fascia di età colpiscono?

In questo momento i disagi principali sono collegati soprattutto alla situazione sociale attuale. La guerra ai confini dell’Europa, la crisi economica e sociale, sono un ulteriore aggravio e una fonte di preoccupazione e angoscia che si va ad aggiungere ai problemi individuali, quelli che ognuno ha con la storia personale e le sue emozioni. Quanto all’età, non c’è una fascia particolare, di fatto i problemi toccano tutti.

Spesso lei utilizza linguaggi non “ortodossi” per avvicinare le persone alla psicoterapia, da quello della musica all’approccio drammaturgico come con le commedie che, al pari delle canzoni, sono psicoterapeutiche…Perché?

Perché credo sia importante cercare di entrare nella vita delle persone in modo più diretto e meno verboso rispetto a quello a volte proposto attraverso i testi canonici di psicologia che possono rischiare di allontanare la gente. Il tentativo, anche attraverso le ospitate che faccio in radio e sui social, è quello di andare direttamente alla fonte, eliminando gli ostacoli, diffondendo messaggi che possono sembrare complessi in modo semplice.

Professore, lei si è occupato davvero di tanti temi, c’è attualmente qualcosa di nuovo cui sta occupando? 

Ci sono vari libri in cantiere. Oltre al seguito di “Riconoscere le emozioni”, sto lavorando a una nuova edizione di “Mai più lacrime di coccodrillo”, altro libro in cui ho sperimentato un approccio innovativo, perché, accanto all’autore che espone concetti di psicologia, le stesse informazioni vengono anche commentate da alcuni suoi amici che ne discutono “fuori campo” e questo dovrebbe renderle più “digeribili”. Entrambi i progetti dovrebbero vedere la luce entro l’anno prossimo.

Francesco Aquilar, psicologo e psicoterapeuta cognitivista, esercita la sua professione a Napoli e insegna Psicoterapia Cognitiva individuale e di coppia presso la Scuola di Specializzazione in psicoterapia cognitivo-comportamentale e intervento psicosociale CRP di Roma. È autore e/o curatore di 16 volumi di psicologia e psicoterapia cognitiva, due dei quali pubblicati in inglese dalle edizioni Springer di New York. Nei suoi libri, ha anche scritto e pubblicato "commedie psicoterapeutiche" e "canzoni psicoterapeutiche" (in CD e in allegato multimediale) per le edizioni Franco Angeli di Milano. Dal 2006 è frequentemente ospite nelle trasmissioni di Radio 24 - Il Sole 24 Ore, per cui ha pubblicato oltre 60 articoli divulgativi online nel Daily Lab.

Riconoscere le emozioni istruzioni per luso 1

 

Maria Nocerino
Author: Maria Nocerino
Sociologa e giornalista professionista, è specializzata nel giornalismo sociale. Ha collaborato con l’agenzia di stampa Redattore Sociale e con il quotidiano Roma per le pagine della Cronaca. Collabora con la rivista Comunicare Il Sociale.

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