Mc Millan, Sibelius e Beethoven. Con Van Rijen il meglio della Sinfonica al Teatro San Carlo
Se ti danno del trombone può essere un complimento. Ciò accade quando lo strumento in questione è quello di Jörgen van Rijen, trombonista fra i migliori al mondo che si è esibito con l'Orchesta del Teatro di San Carlo sabato 9 aprile 2022, sotto la direzione di Juraj Valčuha, proprio al Massimo napoletano.
Il giovane virtuoso olandese si è espresso in tutta la sua bravura nella composizione di James McMillan, compositore scozzese contemporaneo di grande fama, presente al San Carlo in occasione del concerto. Il suo Concerto per Trombone è una vera ode a questo strumento, appartenente alla famiglia degli ottoni, raramente nel ruolo di protagonista e che nella interpetazione di van Rijen viene ampiamente risarcito del torto subito. Dalla ritmicità alle potenzialità melodiche, dalla capacità di “sembrare qualcos'altro” ad una imprevedibile leggerezza, McMillan mostra, fra le dita e le labbra di van Rijen, di cosa può essere capace l'ingombrante strumento a fiato. Particolarmente interessanti, nell'ambito della composizione, il duetto del solista con il flauto dolce e il dialogo intessuto con i tre tromboni dell'orchestra; così come le irregolarità ritmiche che “suonano” nell'equilibrio complessivo del concerto di estrema omogeneità. Divertono gli “inserti” dei pizzicati dei violini che mimano suoni prodotti al sintetizzatore, accostati a brani di ampio respiro che ricordano le sinfonie ottocentesche e a tratti la musica liturgica.
Il concerto di Mc Millan si incastona come una pietra di inconsueta bellezza nel gioiello che è l'intero programma proposto dall'Orchesta del San Carlo e da Valčuha.
Ad aprire la serata è Aallottaret, il poema sinfonico di Jean Sibelius meglio conosciuto come le Oceanidi che porta il numeroso pubblico in sala fra i flutti dell'oceano capriccioso. Chiude invece con una vertigine finale la “hit” Beethoveniana per eccellezna, con il “da-da-da-daaa” più famoso al mondo e che qualcuno in sala proprio non può trattenersi dal canticchiare: è la Quinta Sinfonia di Ludwig van Beethoven. Un programma privo di sovrastrutture quindi, che apre lo sguardo sul nuovo e gode di ciò che di eccelso la storia della musica consegna alle generazioni odierne, il tutto coronato da esecuzioni superbe: la grande sala del teatro napoletano si riempie di applausi e acclamazioni.
Una buona fetta di tanto entusiasmo e affetto è per Juraj Valčuha che quest'anno conclude la propria esperienza alla guida dell'Orchestra del San Carlo. Dopo un concerto come questo sarà ancora più difficile dirgli addio.