Il Pelo: a teatro una storia di sofferenze e riscatto
Nasce da una storia vera lo spettacolo “Il Pelo”, come racconta l’autrice del testo, nonché interprete e regista Anika Russo: “Avevo tredici anni quando mi hanno diagnosticato l’irsutismo, condizione che porta, a causa di problemi ormonali, nella donna alla crescita anomala di peli duri e scuri come quelli tipicamente maschili”.
Un problema di cui ha donna ha sofferto tantissimo soprattutto durante il periodo adolescenziale, quando veniva derisa dai compagni di scuola e discriminata per il suo aspetto “Praticamente avevo la barba” spiega la Russo. Che aggiunge; “Scrivere di getto questo testo e da lì portarlo a teatro è stato un atto catartico, è avvenuto tutto in pochi mesi”.
Lo spettacolo in scena in provincia di Napoli
Lo spettacolo sarà in scena al Teatro Burlesque di Caivano (Via S. Arcangelo 24) in due date: 25 febbraio (ore 21) e 26 febbraio (ore 19). Con la protagonista Anika Russo (che interpreta se stessa) saranno in scena Anna Letizia (Rita, nel ruolo della sua amica trans), Peppe Loffredo (nel ruolo del Pelo) e Francesca Retta (ovvero la nonna sulla scena, ma madre dell’attrice nella realtà).
Hanno collaborato Crescenzo Autieri e Roberta Ciccarelli.
L’evento è patrocinato dall’Associazione Transessuale Napoli.
Un testo sofferto e catartico
Lo spettacolo nasce da una presa coscienza dell’autrice che ha deciso di dare forma alle sue sofferenze attraverso un testo, “in cui sviscerare il problema in modo più profondo, per far capire quanto sia importante combattere certe battaglie ma anche conviverci. Ho messo sotto i riflettori il mio travaglio e, poiché non ho mai fatto terapia, ho sempre esorcizzato tutto con il teatro”.
Anika si è lasciata ispirare, in questo percorso, anche dalla storia di una sua familiare che ha fatto la transizione e ha vissuto, con il suo corpo, tutte quelle trasformazioni che oggi sono possibili, e certamente più facili, grazie alle moderne tecnologie di intervento. “Ma un tempo non era così, le tecniche rudimentali di depilazione e gli interventi cui si sottoponevano le trans potevano essere anche pericolose, oltre a risultare inefficaci”.
La metafora del pelo come male sociale
Poi nel “pelo” ognuno può vederci il suo personalissimo “mostro”: violenza, bullismo, fame, guerre. “È un incontro-scontro con i fantasmi del passato, quelli del presente e forse anche quelli futuri, ma è soprattutto un desiderio grande di riscatto, di resistenza – sottolinea Anika Russo - Non è di certo uno spettacolo comico, ma l'ironia e l'autoironia sono il sale della vita e non possono mai mancare. In scena con me e il pelo, ci sono una donna trans con il suo carico di sofferenze e una nonna, simbolo di comprensione e amore incondizionato, perché chi soffre ha solo bisogno di non essere giudicato. Tutti cercano la propria salvezza in qualcuno o qualcosa, io l'ho trovata nel teatro, perché il teatro è catarsi e condivisione”.
Il testo è (volutamente) crudo ed interamente in dialetto: “Conto più in là di italianizzarlo e portarlo un po’ giro per il paese, per sensibilizzare anche a questo tema”.