Il documentario di Giovanni Meola arriva sulle piattaforme streaming
Dopo aver vinto il RIFF – Rome Independent Film Festival 2020 (e diversi altri premi), e dopo l’uscita in sala accompagnata da alcune serate-evento ad hoc nei cinema, La Conversione, il documentario diretto dal regista e drammaturgo napoletano Giovanni Meola entra nei palinsesti delle piattaforme di streaming televisivo ed online.
Su CHILI e CGTV (in attesa di poterlo fare a breve anche su AMAZON PRIME) gli spettatori potranno interrogarsi, imparare, arrabbiarsi e commuoversi conoscendo le storie in parallelo di Peppe De Vincentis e Vincenzo Imperatore.
Il primo, ex rapinatore seriale di banche; il secondo, ex-manager bancario e prima gola profonda del sistema finanziario italiano.
Oggi De Vincentis è attore (anche protagonista di “Dangerous Old People” su Sky Documentaries) e scrittore nonché educatore delle fasce più giovani e marginali della società, mentre Imperatore (sovente ospite di trasmissioni televisive su LA7 e Raitre) è diventato angelo custode di piccoli e medi imprenditori che debbono salvarsi da raggiri e vessazioni degli istituti di credito.
Le loro esperienze, due lati di una stessa medaglia, in fondo, rendono il documentario di Meola un ottovolante emotivo, capace di essere al tempo stesso un affresco metropolitano e un racconto spietato di cronaca contemporanea.
La perdizione, prima, e la redenzione, più tardi, che avviene attraverso due libri, due spettacoli teatrali e un film documentario. Eccola riassunta La Conversione, opera che finalmente è uscita va in sala per incontrare il pubblico e che ora approda su alcune delle più importanti e prestigiose piattaforme di streaming online.
“La Conversione – ricorda Giovanni Meola – racconta le vite al limite di Vincenzo Imperatore, primo insider del mondo bancario, noto per il memoriale di denuncia e auto-denuncia ‘Io So e Ho Le Prove’, e quella di Peppe De Vincentis, trent'anni di galera alle spalle, gran rapinatore di banche e gioiellerie. Il nostro incontro, avvenuto circa dieci anni fa, ha determinato a cascata una serie di progetti (tra teatro e cinema) e oggi questo documentario nel quale irrompe la loro conversione laica. Ricordi e rievocazioni si alternano all'affresco dei rispettivi mondi che i due si fanno, senza mai essersi conosciuti prima, durante una cena nella umile casa di Peppe.
Dopo quasi due anni dalla vittoria al RIFF, La Conversione è approdata nelle sale anche grazie al sostegno del bando regionale campano (in collaborazione con Film Commission Regione Campania) vinto dal documentario. La gioia di averlo visto finalmente su grande schermo è stata enorme, come l’emozione che ha animato i due protagonisti e il numeroso pubblico intervenuto.
Così come sarà bellissimo continuare a proporre il film sulle diverse piattaforme che lo ospiteranno a partire da questo fine 2022.”.
Peppe era scassinatore-maestro di rapine e contrabbandiere: 30 anni di galera vissuta.
Vincenzo era manager di alto profilo in una banca; poi, prima gola profonda del sistema finanziario italiano.
Dopo lunghi decenni di reati e accumuli di danaro illecito, Peppe e Vincenzo si incontrano grazie alla macchina da presa di Giovanni Meola. Nel 2013, il primo ha scritto l’autobiografia Il campo del male (Tullio Pironti Editore), nella quale ha raccolto i ricordi dell’adolescenza, il battesimo criminale, la detenzione in una dozzina di carceri [Poggioreale, Sulmona, Brescia, Rebibbia, Secondigliano, Civitavecchia, Avellino, Potenza, Reggio Emilia, Foggia … inclusi due ex-OPG], in sospensione tra confessione drammatica, sete di cocaina e ironia. Il secondo, ormai un fuoriuscito, nel 2014 ha pubblicato il memoriale-rivelazione Io so e ho le prove (Chiarelettere), caso editoriale con decine di migliaia di copie vendute, illuminando le tenebre di 23 anni spesi al servizio della banca più importante del Paese. Nel documentario La Conversione i due – reciprocamente – trovano il binario per la loro personale rinascita. Tra universo sub-proletario e apparati borghesi, penitenze e ricordi, ‘E cancelle di Renato Carosone e Beautiful Day degli U2.
Così La Conversione si fa racconto-documentario che si dipana su più livelli, galleggiando fra impianto biopic, inchiesta e formula teatrale. Peppe, originario dei Quartieri Spagnoli, poi sfrattato nella baraccopoli del quartiere Fuorigrotta, tra 1969/1970/1972 aveva già scontato parecchi anni in cella in quello che fu il Carcere minorile Filangieri, oggi trasformato in edificio occupato cultural-sociale ribattezzato Scugnizzo Liberato. Così nel film si abbandona con purezza e crudele sincerità. Vincenzo, ex capo-area delle strutture bancarie, perduto nelle correnti fra etica, bonus, sistema Q48 e bugie, rievoca procedure e indottrinamenti matematico-malavitosi fino ad ammettere un patologico desiderio di competizione. Accomuna i due uomini – che da estranei diventano finalmente soci nel riscatto – il desiderio di indovinare un ascensore sociale. Qualunque esso sia. Spietato, credibile, pericoloso, imprevedibile.
Le musiche originali (fisarmonica e voce) di Daniela Esposito lasciano esplodere la volontà di confronto dei due uomini. Senza finzioni e senza rancori. “Sottrarre e ingannare – sostiene il regista Giovanni Meola – sono state a lungo le attività principali delle vite di Peppe e Vincenzo. Entrambi, a un certo punto, hanno detto basta. Ed entrambi hanno cominciato, fatalmente, a scrivere e a svelare quello che erano stati, quello che avevano fatto e i segreti dei mondi dai quali provengono. Una cena tra loro due, curiosi di conoscersi tra domande e risposte senza remore, è di fatto la spina dorsale del mio racconto. Ciò ha rafforzato l’intuizione iniziale: ritrarre le loro storie in parallelo. Due facce di una Napoli matrigna e da sempre piena di insidie”.