Piccoli miracoli del Natale Maradoniano
Innanzitutto, auguri! Oggi è festa, è il Natale Maradoniano!
Ma veniamo alla partita di ieri sera: se alla fine del primo tempo qualcuno mi avesse detto che il Napoli sarebbe uscito dal Maradona con un pareggio avrei risposto: «Domani è il compleanno di Diego e da lassù ci ha messo la mano», perché i primi quarantacinque minuti sono stati i più imbarazzanti della nostra storia recente. Per vincere no, infatti, là ci voleva un’associazione con San Gennaro e gli altri cinquantuno compatroni. Una squadra inceppata, sbandata, irriconoscibile, di fronte a un Milan reso irresistibile, e i due gol di Giroud procedono direttamente da questa situazione che va oltre il paradossale, perché sono diretta responsabilità di Rahmani – peccato, in genere uno dei migliori in campo.
Eppure qualcosa succede fra il primo e il secondo tempo, e sospetto che il santo genetliaco faccia la sua parte, tanto che i ruoli si ribaltano completamente, il Milan scompare e sembra di vedere un Napoli piuttosto buono. Come diceva quella massima attribuita a volte a Charles Bukowski e altre a Luciano De Crescenzo: «La statistica è quella scienza per cui se hai la testa nel forno e i piedi nel freezer godi di un’ottima temperatura media». L’impressione finale quindi è quella di aver visto un’ottima partita. Al di là di tutto, è comunque una partita avvincente anche se non sempre bella, combattuta assai, da entrambe le parti, avvincente, a tratti si potrebbe dire addirittura spettacolare. Di certo talmente impegnativa che Kvaratskhelia a fine gara abbraccia Calabria, il suo marcatore, in una stretta fraterna e consolatoria: giusto, per due che sono stati incollati per 90 minuti, manco avessero una storia.
L’inizio, dicevo, sembrava confermare la maledizione del Milan in casa, sia in Campionato che in Champions, e anche l’incredibile circostanza dell’assenza di Osimhen, che non riesce mai a giocare contro il Milan in casa, mai!
Poi non so cosa bene cosa accada, forse grazie a dei cambi non proprio ignobili come il suo solito (tranne quello di Zanoli per Politano, incomprensibile: Politano era il migliore in campo e Zanoli non ha idea di dove andare, e infatti vaga abbastanza indefinito a centracampo), o magari per uno scatto d’orgoglio, o per l’imminente Natale Maradoniano, ma qualcosa succede, e quel qualcosa – non sempre scontato – sfocia in due gran bei gol. Quello di Politano, che sblocca il Napoli, con una fiammata su assist (simile a quella che si era mangiato nel primo tempo) e la punizione di Jack Raspadori. Parliamone: una pennellata perfetta, omaggio a quelle di D10S, da vedere e rivedere decine e decine di volte. E per poco Kvara non si mangia il terzo...
Le squadre escono distrutte, i tifosi con un sospiro perché è meglio di niente.
Chi ne esce bene alla fine sono Pioli e Garcia, entrambi usciti con un punto che è molto di più di quanto potessero osare sperare che – soprattutto nel caso di Garcia – dona quel minimo di speranza per restare aggrappato alla panchina. Finché dura, certo.