Turismo, quel boom economico che lascia briciole alla comunità
Il turismo è un fenomeno contraddittorio. Invocato quando non c’è. Problematico quando i flussi iniziano a diventare imponenti. Soprattutto se assume caratteristiche predatorie, producendo profitti per pochi e lasciando briciole alla comunità che invece in un posto ci vive.
Ho voluto fare questa premessa di carattere generale per commentare la notizia che si starebbe giungendo a un accordo con il ministero dell’Economia e delle Finanze per la tassa comunale di imbarco di 2,50 euro per passeggero dall’aeroporto di Capodichino. In sostanza, l’applicazione slitterebbe al primo gennaio 2025 e fino ad allora sarebbe il Mef a coprire i circa 20 milioni di mancato introito.
Non sono contrario in via di principio, mi pongo solo una domanda: perché si utilizza denaro pubblico per fare fronte a un onere a carico delle compagnie aere mentre non c’è la stessa attenzione e non si propongono soluzioni analoghe per l’aumento dell’addizionale Irpef che invece pagheranno i cittadini? Entrambe le misure fanno parte del Patto per Napoli, sottoscritto un anno fa dall’ex primo ministro Draghi e il sindaco Manfredi. Sono cioè delle garanzie che abbiamo dovuto fornire allo Stato centrale per ottenere la liquidità indispensabile al funzionamento della macchina pubblica fortemente compromessa dalla situazione debitoria.
Il turismo a Napoli è in forte espansione. Le compagnie aeree annunciano nuove rotte, i turisti in arrivo per Pasqua sono il 7% in più dello scorso anno. Si legge di stanze triple a oltre 600 euro per una sola notte, ma anche soluzioni più costose che vanno oltre i mille. Ci siamo abituati alle file chilometriche a via Toledo per pagare un “panzarotto” tre euro. Il settore gode quindi di ottima salute, la città ha un appeal celebrato dai media internazionali, i prezzi vanno su non solo per i turisti ma anche per i napoletani, in particolare quelli degli affitti, e il costo di servizi come la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti ricadono interamente sulla collettività. Cifre rispetto alle quali i 2,5 euro della tassa addizionale aeroportuale fanno sorridere. Eppure pare che anche quelli, a pagarli saremo noi.