Venerdì, 22 Novembre 2024

Hokuspokus: l’emozione della vita con i Familie Flöz

Adamo ed Eva se ne stanno in maniche di camicia e calzini e si presentano al mondo come prima coppia nel giardino dell’Eden. Volitiva lei, ingenuo e un po’ stupidotto lui, grazie a un deus ex machina che sta sempre là a guardarli e a invadere la scena, trovano un appartamento alla loro portata e muovono i primi passi come coppia.

“Hokuspokus”, il nuovo spettacolo di Familie Flöz come sempre ospite al Teatro Bellini (fino a domenica 28 aprile), scritto da Fabian Baumgarten e Anna Kistel, cambia un po’ le regole del gioco della compagnia tedesca che dal 1994 continua ad affascinare il pubblico di ogni età con i suoi spettacoli di mimo, musica e poesia. Abituati a indossare enormi maschere espressive che rendono il loro teatro di figura unico al mondo, i Familie Flöz nel nuovo allestimento raccontano tutta l’esistenza di un essere umano in poco più di un’ora e scelgono, questa volta, di farsi affiancare da quello che, tecnicamente, si chiama il “servo di scena”. L’inquilino invisibile usato per i cambi veloci delle scenografie, qui diventa un deuteragonista onnipresente e a tratti persino ingombrante.

E se, come negli altri spettacoli, la compagnia inizia con improvvisazioni senza maschere per poi travestirsi,  in Hokuspokus i Familie Flöz in parte si mostrano sin da subito, per raccontare la storia delle storie, quella di un’ intera esistenza che dall’Eden passa in una scatola a porte mobili dove si entra giovani e si esce sul finir di nostra vita. Nel frattempo arrivano i figli, che sono una delle chicche di questa messinscena, con i loro archetipi universali, a prescindere da cultura, etnia, status sociale, nazionalità: il primogenito adolescente ribelle, la femminuccia capricciosa e l’ultimo più dolce e bisognoso d’affetto. Tutti alla ricerca delle attenzioni dei due genitori, alle prese con l’imperfezione della coppia e schiacciati dalle turbolenze della famiglia. Hokuspokus  è al confine tra la tragedia antica e il dramma moderno: racconta lo smarrimento dell’individuo nel mondo quando perde i punti di riferimento e vacillano le certezze ma, allo stesso tempo, insinua il dubbio che ci sia qualcuno, dall’esterno, a muovere tutto e i personaggi, smesse le maschere, finiscono col trovarsi faccia a faccia col loro creatore. Hokupocus, che gioca con la presunta origine della parola, “Hoc est enim corpus meum” (“Questo è il mio corpo”) è una magia scenica, una prestidigitazione in bilico tra realtà e apparenza che mette insieme più di un’arte e di un mezzo: gli attori si muovono davanti alle telecamere dal vivo nei momenti cruciali, usano la musica e il canto assieme al linguaggio della mimica per celebrare la creazione, al punto che la domanda alla fine resta. E se anche la vita fosse tutta una finzione?

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Hokuspokus

Al Teatro Bellini fino al 28 aprile 2024

Orari spettacoli: feriali h. 20:45, mercoledì h. 17:30, sabato h. 19, domenica h. 18

Con: Fabian Baumgarten, Anna Kistel, Sarai O’Gara, Benjamin Reber, Hajo Schüler, Mats Süthoff e Michael Vogel

Regia e maschere di Hajo Schüler
Costumi di Mascha Schubert
Set design di Felix Nolze
Musica di Vasko DamjanovSarai O’GaraBenjamin Reber
disegni di Cosimo Miorelli
Assistente creazione maschere Lei-Lei Bavoil
Assistente direzione Katrin Kats
Assistente costumi Marion Czyzykowski
Luci, video luci Reinhard Hubert
Sound design N.N.
Direttore di produzione Peter Brix

Produzione FAMILIE FLÖZ
in coproduzione con Theaterhaus Stuttgart e Theater Duisburg


Ida Palisi
Author: Ida Palisi
Giornalista professionista, esperta di comunicazione sociale, dirige l’Ufficio Comunicazione Gesco. Collabora con il Corriere del Mezzogiorno per le pagine della Cultura.

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