Sabato, 21 Dicembre 2024

Il silenzio dell’Empatia

Svetta in Piazza Municipio una nuova opera d’arte che ha preso il posto della Venere di Pistoletto.

Un Pulcinella dell’artista Gaetano Pesce dalla inquietante forma fallica che ha il potere di smovere l’indignazione popolare, la risata, la presa in giro.

Se ne parla sul web ininterrottamente, riesce a catalizzare l’attenzione, a mobilitare giudizi, a dividere, com’è solito ormai nel nostro mondo asfittico.

Frattanto nell’assordante silenzio generale, 300 operatori socio sanitari vengono licenziati per opera della Asl Napoli 1 Centro che interrompe il contratto con le cooperative sociali.

Resteranno senza più il loro consueto punto di riferimento, anziani, ammalati, persone con l’Alzheimer o con problematiche psichiatriche.

Ciò che colpisce più di ogni altra cosa è la noncuranza, l’indifferenza generale verso tutto ciò che rappresenta il sociale, verso chi si occupa della diversità, della malattia, dei disagi, cercando di colmare, fare assistenza, esserci.

Mentre il gruppo Gesco fa appello al mondo della cultura napoletana perché in qualche modo si sensibilizzi e si mobiliti, la città è sul web alle prese con un’inutile diatriba: se l’opera che svetta nella piazza famosa della città partenopea faccia o no riferimento a un fallo.

Il solito paradosso.

La solita ferita in cancrena che denuncia una società morente.

Più che chiederci se l’opera di Pesce sia arte nel vero senso della parola, forse dovremmo riflettere su quanto la nostra cultura abbia bandito la Bellezza. E quindi l’opera d’arte sia riflesso di quest’abitudine consolidata.

Un tempo nel mondo greco si aspirava al Kalòs e Agathos, al bello che rappresentava per sua natura anche tutto ciò che di buono albergava nell’animo umano.

La Bellezza era nello sguardo di chi guardava, nella capacità di cogliere l’umano e la divina meraviglia in ogni cosa, nella mano che si tendeva ad aiutare, nello spirito della frase di Terenzio “homo sum humani nihil a me alienum puto”, sono un uomo e niente di ciò che è umano mi è alieno.

Quello sguardo accogliente capace di non arenarsi nel giudizio ma di cogliere ciò che ci accomuna, era insieme aspirazione all’infinito e al mistero.

Il poeta Novalis definiva questo anelito attraverso la metafora di un fiore azzurro…

Quel fiore azzurro intessuto di Kalos e Agathos ci permetteva di avvinarci all’altro, di coltivare empatia e compassione, di farne traccia e trama nella nostra esistenza, coltivando il gesto empatico che avvicina e non la parola ideologica che divide.

Quella bellezza antica, valoriale, dimenticata, che ha il profumo di una società lontana, il baffo discreto dei nostri nonni e la dignità silenziosa delle nostre nonne, la capacità di fare, di operare con spirito caritatevole, non è più in un’opera d’arte. Forse la ritroviamo nascosta in quei gesti minimi della vita concreta, quelli poco appariscenti, che passano inosservati, terribilmente fuori moda nella cultura dell’apparire.

La bellezza si svela timida in una mano sapiente che cura un ammalato, nella rete di solidarietà che si stringe intorno alla diversità, nello sguardo che accompagna un morente, nella presenza che si stringe intorno agli anziani perché non si sentano soli nel loro cammino.

Coltivare solidarietà in una folla di parole taggate dove essere solidali è parola desueta, è un gesto controcorrente.

Un flash di ciò che accade ce lo racconta spietato.

Con il licenziamento degli operatori di Gesco si chiude un capitolo essenziale della Napoli solidale.

Si chiude mentre la città è alle prese con altro, in un silenzio fastidioso, occupato da polemiche e da operazioni di massa distrattive, un silenzio che non solo è un attentato all’amore ma alla nostra reciproca umanità.

Chiara Tortorelli
Author: Chiara Tortorelli
Creativa pubblicitaria, editor e scrittrice, vive a Napoli dove inventa nuovi cultural life style: come presentare libri in maniera creativa e divergente, come scrivere i libri che ti piacciono davvero, come migliorare la creatività e il benessere personale con metodologie a metà strada tra stregoneria e pensiero laterale. Il suo ultimo libro è “Noi due punto zero” (Homo Scrivens 2018). Cura per Napoliclick la rubrica “La Coccinella del cuore”.

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