La Venere degli stracci di Pistoletto distrutta da un incendio a Napoli
«La mia prima reazione è stata di un forte controllo dell’emozione, perché la ragione deve vincere sempre per me». Con queste parole Michelangelo Pistoletto interviene sull’incendio che questa mattina a Napoli ha distrutto la sua “Venere degli stracci”, l’opera installata in piazza Municipio nelle scorse settimane.
Dietro quella installazione, spiega l’artista piemontese «c’è un concetto profondo e morale di incredibile portata. Questa incredibile portata deve rigenerare la società stracciona che, purtroppo, sembra aver preso il sopravvento. È come un’autocombustione del lato peggiore dell’umanità».
La Venere degli stracci era stata inaugurata solo qualche settimana fa a Napoli. Oggi ne resta solo qualche brandello di tela e la struttura metallica. Varie le ipotesi sulle cause dell’incendio anche se sembra essere esclusa l'autocombustione, poiché la struttura non conteneva nessun apparato elettrico.
A esprimere amarezza per l’episodio è Sylvain Bellenger, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte: «Là dove si bruciano i libri si finisce per bruciare anche gli uomini. L'incendio della Venere degli Stracci di Pistoletto è un brutto segnale, che segue il colpo di pistola nell’opera di Milot a piazza Mercato. Che tristezza!».
Pistoletto aveva dato una forma a una versione originale, in scala monumentale, della storica Venere degli Stracci che è stata progettata ad hoc per la città. Considerata una tra le opere più iconiche del Novecento e tra le più emblematiche dell’artista, la Venere degli Stracci metteva in scena il contrasto tra la bellezza immobile della tradizione classica e la transitorietà del contemporaneo.