Domenica, 17 Novembre 2024

Una firma per Simone Isaia. No al carcere ma cure adeguate

È ormai detenuto da oltre un mese nel carcere di Poggioreale a Napoli Simone Isaia, il clochard di 32 anni accusato di aver dato alle fiamme Venere degli stracci dell’artista Michelangelo Pistoletto, istallazione pubblica ubicata fino al 13 luglio, data in cui si è verificato il gesto, a Piazza Municipio.

Una condizione, quella vissuta da Isaia come da moltissimi altri detenuti, incompatibile con le sue reali necessità di persona affetta da turbe mentali. Considerato il carcere più affollato d’Europa, a Poggioreale vi è un infermiere ogni mille detenuti, due psichiatri e quattro psicologi Asl che lavorano fino alle ore 16, e cinque psicologi con contratti a tempo determinato che non possono quindi garantire continuità assistenziale. Complessa è anche la situazione abitativa del giovane clochard, che condivide una cella da quattro persone con altri sette detenuti.

“Il carcere napoletano conta 2000 detenuti, 500 oltre la capienza tollerabile, è dotato di un esiguo personale sanitario, e le difficoltà operative per il già risicato personale di Polizia Penitenziaria, costretto in molte occasioni ad operare in urgenza per ricoveri ospedalieri fuori sede, mettendo in discussione la sicurezza interna del penitenziario partenopeo - dichiara Luigi Castaldo, segretario regionale del Consipe -  La grave carenza di organico sanitario e penitenziario genera un mix esplosivo. Auspichiamo che i vertici della Sanità campana si rendano conto di cosa stiano gestendo e in quale struttura stanno operando: questa totale mancanza di preoccupazione è molto rischiosa per tutti".

Ad oggi conta 5.561 firme la petizione indetta dalla società civile che chiede la scarcerazione di Simone Isaia affinché gli siano garantite le cure necessarie. Fra i promotori compaiono realtà territoriali quali Iod edizioni, Pastorale Carceraria della Chiesa di Napoli, Associazione Liberi di volare, Chiesa Cristiana Evangelica Libera di Casalnuovo, United Colors of Naples, tribunali 138, attivisti e personaggi del mondo culturale napoletano fra i quali Dacia Maraini, Giulio Cavalli, Don Franco Esposito, Sergio d’Angelo, Nino Daniele e Vincenzo Sbrizzi.

Per contribuire alla causa firma qui la petizione https://chng.it/MMdnQQn6

Author: nuovoeditore

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