Giovedì, 25 Aprile 2024

Addio a Carlo Petrella: aveva dedicato la sua vita alla lotta alla droga

Uomo buono, professionista rigoroso, una vita spesa per i più fragili, i giovani che lui “salvava” dalla droga: una missione totalizzante la sua, che perseguiva nella vita pubblica come in quella privata. Si è spento dopo una lunga malattia, all’età di 90 anni, il sociologo Carlo Petrella, storico dirigente del servizio di contrasto alle dipendenze della Regione Campania e fondatore della struttura di accoglienza per tossicodipendenti di Acerra La locanda del gigante, dove negli ultimi anni viveva insieme ai suoi ragazzi.

Un ricordo di lui lo traccia l’attuale dirigente regionale del Direzione generale per le politiche culturali e il turismo Rosanna Romano, che lo aveva conosciuto nei primi anni duemila in cui si ritrovarono a collaborare strettamente nell’allora assessorato alla Sanità della Regione Campania.

“Carlo era un dirigente alternativo – spiega – Noi lo chiamavamo il poeta, perché sapeva tradurre tutto, anche la politica, in poesia, gli veniva meglio. Ha dedicato tutta la sua vita al tema delle dipendenze, al punto tale che oltre a trattarle in veste istituzionale come dirigente della Regione Campania, aveva fondato anche una comunità di recupero per ragazzi a rischio, nella quale, dopo la morte della moglie, si era addirittura trasferito a vivere”.

Proprio La locanda del gigante ha pubblicato ieri il suo ultimo post: “Solo poche parole. Ho sempre cercato il silenzio nelle mie richieste. Non ho mai amato chiedere. Non vi chiedo niente. È normale morire. Non fate morire La Locanda. I giocattoli non devono morire se sono utili all’umanità. Buona Fortuna”.

Carlo Petrella da giovane era stato anche parroco; poi si era spretato, successivamente si era sposato e aveva avuto tre figlie. “Ragazze splendide, le avevo conosciute in più di un’occasione – ricorda la Romano – Insieme lavoravamo bene, perché lui era un dirigente sui generis, con una filosofia di vita e di lavoro che definirei ‘sperimentale’. Io traducevo tutto questo in programmi. In quegli anni realizzammo molti progetti pilota, a loro modo rivoluzionari, che cambiarono il modo di trattare le dipendenze nella nostra regione”.

“Erano gli anni del progetto Campo, il primo progetto triennale di formazione per addetti ai lavori, delle prime iniziative rivolte alle scuole e ai giovani nell’ambito della prevenzione delle dipendenze. Gli anni in cui si incominciava a pensare in maniera strutturata al reinserimento sociale degli ex tossicodipendenti e furono create le prime unità mobili di strada, che fino a quel momento non avevano una loro identità”, racconta l’attuale dirigente della Regione Campania.

Ma sono tanti i messaggi di vicinanza alla famiglia che arrivano dai social. L’avvocato Elena Coccia lo ricorda così: “Carlo Petrella fu un antesignano e un eroe. Antesignano perché le sue idee sui metodi della disintossicazione dalle dipendenze, soprattutto di eroina, in parte successivamente diventarono legge, con l'apertura dei Sert. Eroe, perché operò in quella che era ed ancora è il centro nevralgico dello spaccio di droghe, Torre Annunziata, magnifica cittadina straziata prima dalla desertificazione poi dalla più feroce camorra della Campania”.

Maria Nocerino
Author: Maria Nocerino
Sociologa e giornalista professionista, è specializzata nel giornalismo sociale. Ha collaborato con l’agenzia di stampa Redattore Sociale e con il quotidiano Roma per le pagine della Cronaca. Collabora con la rivista Comunicare Il Sociale.

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