Il teatro di Viviani diventa arte terapia nel Centro diurno Dinastar

L’attività teatrale è menzionata in ambito riabilitativo come facente parte di una rosa di attività riconosciute come arte-terapia, curare ricorrendo all’uso dell’espressione ludico-ricreativa.
L’utilizzo di attività espressive, rappresentative, manuali, ludiche come strumenti della terapia occupazionale nel percorso socio-riabilitativo di soggetti affetti da patologie fisiche e psichiche con vari gradi di disabilità permanenti.
Partendo da queste considerazioni il Centro di riabilitazione neuropsicomotoria Diurno Dinastar, da sempre, tra le attività socio- riabilitative a lungo termine, ha programmato l’attività teatrale con laboratori di drammatizzazione e musico-terapia con il sostegno della Petrone Group.
La finalità del laboratorio teatrale è quella di incrementare e/o mantenere laddove possibile, le competenze cognitive, motorie e sociali dei pazienti, muovendo da un’idea di attività riabilitativa intesa come approccio globale alla persona.
Da questo percorso nasce “ ‘E vvoce e li suone d’o vico”, commedia in un atto liberamente tratta dall’opera” ‘O vico” di Raffaele Viviani, un figlio di Napoli che andrà in scena venerdì 4 luglio alle ore 17 al teatro Totò, nel cuore antico di Napoli. La rielaborazione del soggetto vivaviano è stata realizzata da Milena Manna, animatore sociale, che ha diretto l’équipe tecnico - artistica svolgendo un’opera di guida e coordinamento in tutte le fasi del progetto. I pazienti sono coinvolti completamente nell’opera. Infatti per la realizzazione dello spettacolo, oltre alla drammatizzazione e musico-terapia sono stati attivati tutti gli altri laboratori di terapia occupazionale: ceramica, disegno, falegnameria, cucito, cartotecnica, per creare la scenografia, i costumi e i vari manufatti presenti sulla scena.
Tutti gli operatori hanno lavorato per questo progetto a lungo termine, ciascuno con le proprie competenze
“Il gruppo è stato strumento terapeutico dove le relazioni hanno creato una forza emotiva, potenziato l’autostima, favorito lo spirito di squadra. Nel contempo è emerso il senso del ‘Noi’ e ciò va ben oltre il percorso strettamente riabilitativo che ricordiamolo mira a contenere o ridurre la disabilità ma anche a favorire una maggiore capacità relazionale e dunque sociale dei circa cinquanta pazienti, tutti adulti, che frequentano il Centro che ha anche una funzione di semiconvitto. C’è però anche altro. Ed è la bellezza dei sentimenti degli operatori e dei ragazzi. C’è ovviamente un rapporto frequente anche con le famiglie, la rete sociale, gli assistenti sociali. E un clima di benessere sociale che è sempre stato favorito da Carmine Petrone che è l’amministratore ma non solo. Da quando nel ‘97 il Centro è stato istituito, è legatissimo al semiconvitto con un entusiasmo notevole che lo ha sempre spinto a sostenere le nostre iniziative in ogni modo, oltre che economicamente. Per comprendere il suo coinvolgimento basti dire che da trent’anni festeggia con noi il suo compleanno”. Un’oasi di bellezza umana e di benessere sociale, quella descritta da Emilia Petrone che si occupa da sempre del Centro Dinastar e che venerdì vedrà la maggior parte dei pazienti prendere parte a questo spettacolo come risultato finale delle attività di arte terapia. “I ragazzi lavorano anche sei mesi per realizzare questo spettacolo. È molto importante per loro, ciò consente di dare un po’ di ‘normalità’ alla loro esperienza di vita che certamente è molto difficile. In questo modo anche le famiglie possono vivere un momento di gioia insieme ai loro cari che in alcuni casi sono con noi da vent’anni. Io sono orgoglioso di poter offrire tutto il possibile per migliorare le loro condizioni di vita e con entusiasmo trascorro momenti importanti per me come il mio compleanno in questo Centro che fa molto per le persone con disabilità mentali e motorie spesso gravi”, è il commento di Carmine Petrone, amministratore e riferimento costante del Centro Dinastar.