Sabato, 16 Novembre 2024

La Venere torna sul luogo del delitto (e l'opinione pubblica si divide nuovamente in due)

Torna in splendida forma la Venere degli Stracci di Michelangelo Pistoletto a Piazza Municipio, opera pubblica “coinvolta”, lo scorso 12 luglio,  in un terribile incendio la cui notizia fece il giro del mondo e che portò Simone Isaia, un ragazzo senza fissa dimora con problemi psichiatrici, all’arresto e al carcere di Poggioreale con la condanna a quattro anni di reclusione.

L’istallazione - riproposizione in grande scala di un’opera seriale prodotta dall’artista di Biella nel 1967 e tutt’ora custodita nel formato originale al museo MADRE di Napoli - è stata, in questa seconda edizione, donata alla città partenopea dallo stesso Pistoletto e resterà permanentemente esposta, nello spazio antistante il Maschio Angioino, a partire da mercoledì 6 marzo 2024.

L’opinione pubblica napoletana -  già divisa in due sia sul fatto di rimpiazzare l’opera, sia sulla condanna di una persona affetta da patologie mentali - torna a rumoreggiare.

Il curatore Vincenzo Trione spiega il suo punto di vista, secondo il quale riportare la Venere in piazza è la giusta scelta politica.

“Oggi facciamo un bilancio di ciò che è stato e iniziamo un nuovo percorso – racconta Trione – Quando è stata inaugurata l’opera ha immediatamente generato un forte senso di appartenenza, e al contempo alimentato il dibattito. Il rogo è stato un evento storico, un unicum nella storia dell’arte, oltre l’iconoclastia: attaccando l’opera se n’è amplificato il successo internazionale. E il Sindaco ha scelto di non indietreggiare, difendendo il senso di un’arte pubblica per tutti e lavorando su una nuova versione della Venere: Pistoletto ha subito sposato questa volontà”. Da qui l’idea di ripartire da quel poco che il grande rogo aveva lasciato. “Ciò che è accaduto -  sottolinea Trione  - non è accaduto invano. Pistoletto ha scelto di assorbire dentro la nuova Venere ciò che è sopravvissuto della vecchia, con una duplice valenza simbolica e politica, perché si racconta l’idea di rinascere dalle rovine senza rimuovere ciò che è accaduto”.

Per volere di Michelangelo Pistoletto i fondi raccolti subito dopo l’incendio attraverso una campagna di crowfounding per sostituire istallazione andata in fumo con una nuova – 22mila euro circa – saranno devoluti a due associazioni del territorio: la cooperativa delle Lazzarelle, operante con le detenute del carcere femminile di Pozzuoli,La Scintilla Onlus, impegnata con persone affette da disabilità mentale”.

Di differente idea sono invece molti napoletani che considerano la riproposizione dell’opera in serie la manifestazione di un’inutile cocciutaggine che distrae dalle reali necessità cittadine.

Il Consigliere Comunale Sergio D’Angelo, inoltre, ricorda quanto ci sarebbe ancora da fare per il presunto autore del rogo che resta in carcere, privo delle cure necessarie.

“Niente contro Michelangelo Pistoletto o chi ha deciso che Napoli dovesse esporre l’ennesima copia di un’opera seriale. Mi preme piuttosto sottolineare che l’autore del rogo Simone Isaia, che non ha mai confessato, è stato condannato a 4 anni di reclusione e resta in carcere – Spiega Sergio D’Angelo in un post sulla sua Pagina ufficiale di Facebook – Isaia viveva per strada, era una persona fragile che andava curata e aiutata, non credo bisognasse farne un caso giudiziario con una condanna esemplare. Per questo sono stato tra i promotori di un appello perché fosse liberato e preso in carico da una struttura più adatta del carcere. Appello purtroppo rimasto inascoltato”. Il Consigliere ricorda che, fra l’altro, fu lo stesso artista a schierarsi a favore del giovane clochard. “Auspico che lo stesso Pistoletto, che negli scorsi mesi si era espresso con parole molte simili alle mie, ricordi la vicenda durante la presentazione della nuova opera –  Prosegue –  Soprattutto che, nel pieno rispetto del ruolo della magistratura, il reato di distruzione di opera d’arte assume forse meno pertinenza di fronte alla serialità della Venere, di cui esistono diverse versioni. Chi meglio di Pistoletto può spiegarlo? Di gesti esemplari per il riscatto di Napoli compiamone altri. Altrimenti finiremo per attribuire alle vittime la colpa della povertà, del disagio mentale e del degrado in cui troppi sono costretti a vivere nella nostra città. Senza neanche una Venere che li possa salvare, nemmeno se come stavolta almeno è ignifuga davvero”.

Author: nuovoeditore

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