Racconti dal Virginian: il teatro a Poggioreale
Il regista e attore Peppe Miale presenta “Racconti dal Virginian”, liberamente tratto da Novecento di Alessandro Baricco: lo spettacolo va in scena giovedì 29 dicembre alle 20 al ristorante Il Poggio (Via Nuova Poggioreale 160/C, Napoli) nell’ambito della rassegna “Social Xmas a Poggioreale” organizzata da Gesco con la cooperativa NClick nella cornice di eventi promossa e finanziata dal Comune di Napoli “Altri Natali”.
Lo spettacolo teatrale diretto da Peppe Miale vede in scena la compagnia Theatre De Poche con: Emanuele Anastasio, Christian D’Agostino, Rosamaria De Vita, Caterina Di Bella, Grazia Gala, Piera Giannattanasio, Jonathan Iovinella, Giancarlo Lobasso, Rosaria Lumino, Roberto Rossi Scala, Mario Russo, Mattia Sorice, Laura Tassaro.
Racconti dal Virginian
Che cos’è lo spettacolo per il narratore/trombettista Tim Tooney? La domanda puo’ avere molte risposte possibili, ma forse quella che si deve privilegiare afferisce alla peculiarità esegeticamente imprescindibile del racconto di Baricco: Tooney ha nella testa una storia importante da raccontare perché solo quello gli è rimasto, la tromba l’ha venduta ma l’ha sostituita con la leggenda che gli ha lasciato in eredità Novecento, pianista sublime nato cresciuto e vissuto su un piroscafo, solo e soltanto su un piroscafo, il Virginian, che negli anni a cavallo tra le due guerre mondiali faceva la spola tra l’Europa e l’America. “Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia e qualcuno a cui raccontarla”. Ecco. La favola. Ed un uomo che la racconta.
Ed un pubblico che la ascolta.
È la forma primordiale di teatro. La nonna che racconta al bambino, attrice inconsapevole che affabula narrando magneticamente fatti e circostanze. Ed è la favola che andiamo a raccontare nel nostro “Racconti dal Virginian” (libero improprio adattamento dell'opera Novecento di Alessandro Baricco), laddove la voce del protagonista diventa la voce di tutti coloro che potrebbero aver incrociato Novecento e la sua storia, nello stesso modo in cui tutte le nonne del mondo possono aver incrociato la favola di Hansel e Gretel. E ancora... così come le nonne del mondo raccontano al nipote che cullano, così i nostri emigranti sbarcati dall'altra parte dell'Oceano dal piroscafo, poi diventati operai agricoltori impiegati casalinghe o chissà cos'altro in terra americana, si adoprano per cullare gli spettatori al suono di parole che affiorano indelebili nella memoria raccontando di un uomo, di una nave, di mare e di musica.
Non una musica qualunque ma il jazz.
Quel jazz che rimanda sì alla classe e alla maestria di un solista, ma che si sublima nell'arte della Jam session. Jam session che assurge ai suoi livelli più alti solo se la collaborazione e la solidarietà tra i fantastici solisti diviene regola. Perchè la solidarietà tra uomini consente che l'umanità in toto possa elevarsi. Ed il Natale e le sue festività sono l'alveo più corretto e esaltante laddove la favola, essenza e metafora, puo' trovare cittadinanza. Ed è il tempo ed il luogo in cui gli spettatori, traslando dagli attori a loro stessi, sentiranno proprio il motto di Max Reinhardt che recita «Il teatro è il rifugio per tutti quelli che hanno nascosto in qualche “tasca” la loro infanzia, per poter continuare a giocare, di quando in quando, fino alla fine della vita».
INGRESSO GRATUITO con prenotazione a questo link
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