Buon compleanno Televideo
Per dirlo con la "lingua dei social” oggi vi sblocchiamo un ricordo: quaranta anni fa nasceva il servizio Televideo.
Era il 15 gennaio 1984 e per la prima volta la televisione si sfogliava usando il telecomando per passare da una pagina all’altra dello schermo e scegliere quali notizie e informazioni seguire.
Fu una vera rivoluzione in un tempo dove Internet era fantascienza e Mark Zuckerberg ancora non era nato.
L’indice era a pagina 100 e da lì si “navigava” in centinaia di pagine dall’informazione alla salute, dal lavoro alla cultura, dalle istituzioni al meteo agli spettacoli, agli orari ferroviari e aerei.
E ancora numeri a lotto e oroscopo che per attendere il tuo segno dovevi aspettare che girasse da solo la pagina (sì, le pagine giravano in tempo che non stabiliva l’utente).
Televideo, con grande anticipo rispetto a Internet, ha reso gli utenti attivi e interattivi: un servizio gratuito, aggiornato in tempo reale e sempre consultabile.
Il due punto zero ancor prima ma di Google, dei like su Facebook e dei selfie su Instagram.
Il televideo ha informato e documentato milioni di italiani: dalla Guerra del Golfo fino ai risultati calcistici passando per la ricetta del giorno.
Un compleanno importante tant’è che Rai News 24 e Rai Pubblica Utilità hanno previsto una serie di iniziative, a partire dalla pagina 428 di Televideo che ripercorrerà il quarantennale cammino del servizio, pubblicando materiali di repertorio e contenuti appositamente realizzati sul sito di Televideo e sui profili social.
Verrà poi realizzato un contributo video dedicato, in collaborazione con Rai Teche, mentre l’attivazione di un indirizzo e-mail - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – permetterà di raccogliere le testimonianze e i ricordi degli utenti: chi vorrà potrà raccontare “Il mio Televideo”.
Verrà infine messo a punto uno Speciale sul sito di Rainews.
Un’iniziativa amarcord per il Televideo che direbbe citando Pippo Baudo: “Internet l’ho inventato io”