Un altro inaccettabile orrore
Non avevano nessuna colpa i ragazzi ammazzati da Hamas mentre si stavano godendo una festa e nemmeno gli altri innocenti. Non hanno nessuna colpa i civili palestinesi esposti alla rappresaglia israeliana a Gaza senza acqua, luce, gas e nessun posto dove rifugiarsi contro i bombardamenti.
Ha invece molte colpe chi dall'altra parte della barricata ha promosso e sostenuto l'ascesa di Hamas contro la sinistra laica palestinese, quando questa era egemonica in Cisgiordania e a Gaza.
Una dinamica del tutto simile a quella afgana, con l'addestramento dei talebani in funzione antisovietica da parte degli occidentali negli anni Ottanta. Gli stessi dell'11 settembre negli Stati Uniti. Una serpe allevata in seno e sfuggita di mano.
Ha molte colpe chi dimentica che in Palestina c'è un'occupazione militare illegale condannata dall'ONU, le cui risoluzioni sono rimaste inapplicate nell'indifferenza generale.
È chi non ha colpe che è costretto a subire l'iniquità della guerra. La sua violenza cieca e feroce fra nemici che si somigliano e che si fanno sponda a vicenda per continuare a parlare la stessa lingua dell'intolleranza.
Due popoli e due stati si è detto per decenni a chiacchiere, finché la realtà ha imposto ai palestinesi di non crederci più. Ed è dentro questa delegittimazione del processo di pace che è cresciuta Hamas che certo non rappresenta me, ma chi ne ha alimentato l'esistenza.
Radere al suolo Gaza, dicono ora i falchi. Quella stessa Gaza dove vivono due milioni di profughi in larga parte scacciati dalle loro case e dalle loro terre, progressivamente occupate dai coloni israeliani. E nessuno ha mosso un dito, senza comprendere che anche la pietà a senso unico genera mostri, genera esattamente quest'altro inaccettabile orrore.