Candelora festa di luce
Tempi di metà inverno. Tempo della Candelora.
Nel mondo contadino questa festa segnava il passaggio dalle ombre alla luce, era un po’ un ponte da attraversare, dopo il buio successivo al Natale si guardava alle giornate che iniziavano a diventare più lunghe, il sole tramontava dopo, le provviste per l’inverno stavano per finire e ci si affacciava a una possibile vicina primavera.
Dopo la Candelora si era o dentro o fuori dall’Inverno e i contadini amavano guardare al tempo per prevedere le sorti del raccolto e della fioritura.
Nel cristianesimo è la festa delle candele e si celebra la presentazione di Gesù al Tempio, che viene riconosciuto come “Luce per illuminare le genti”, ma la Candelora ha radici molte antiche…
Tra i celti il 1 febbraio si festeggiava Imbolc, festa della luce, che etimologicamente deriva da Imb-folc “grande pioggia”.
Nella cultura celtica era importante scandire il ritmo delle stagioni ed erano quattro i momenti sacri scanditi da quattro feste pagane: Samhain, il capodanno, che si festeggiava il primo novembre e che segnava l’inizio delle ombre, Beltane, primo giorno di “estate” che si festeggiava tra il 30 aprile e il primo maggio, Lughnasadh, festa del raccolto che si festeggiava il 1 agosto, e Imbolc appunto, che era la nostra Candelora.
Era una vera e propria festa di purificazione, il cui elemento era il fuoco.
Fuoco di candele e ceri, fuoco di roghi. Culture diverse ce lo tramandano per ricordarci che attraverso il fuoco si muore e si rinasce, ci si libera delle scorie del passato, il fuoco ha potere di riscaldare e di trasformare, quindi spetta a lui la rinascita alchemica dell’anima dopo la lunga notte oscura.
Imbolc - Candelora era festa della Luce Crescente dopo la lunga notte oscura, ed era dedicata alla dea Bride che era protettrice di artisti e guaritori.
Bride, dea del fuoco triplice, non solo richiama ai misteri druidici della magia e della guarigione ma ricorda il processo creativo della legge cosmica del Tre, dove si riconosce il potere del grembo, cioè della vita, eterno movimento fatto di alternanza di luci e ombre, bene e male, apparenti opposti che si contrastano per Lila, il grande gioco cosmico come lo chiamavano i Veda. In genere noi vediamo solo le due forze in azione ma tutto accade grazie alla terza forza che è il ponte di comunicazione tra gli opposti, la forza della consapevolezza, e quella ce la mette l’uomo attraverso il suo testimone interiore che guarda e osserva il grande gioco cosmico.
Non è un caso che la Candelora avvenga in periodo di Carnevale, tempo di maschere e “giochi” prima della Quaresima, tempo dove ci si può lasciar andare e guardare come illusorie le ombre cupe dell’inverno, consapevoli dell’eterno mutamento. Presto la ruota girerà ancora, e la luce della primavera illuminerà l’ombra, raccontando in sordina la saggezza delle stagioni.