Giovedì, 09 Gennaio 2025

Napoli è del segno dei Pesci

Buon 2025! Buon anno a tutti, con l’auspicio che possa essere ricco di pace e serenità, amore e armonia. Quale è il nostro futuro? Da sempre cerchiamo di conoscerlo, di prevederlo, di fare riti e scongiuri. Ma il futuro di noi si fa sberleffo, ci tradisce, ci sorprende ed è qui la sua bellezza.

Tutto accade perché noi portiamo attenzione su qualcosa, e se pure la dinamica del “nuovo anno” è un luogo comune, noi proviamo sempre a esplorare e sperimentare approfittando di ciò che si definisce “inizio” per guardare al mondo con occhi nuovi.

Un tempo c’era il culto di interrogare il cosmo, di guardare al cielo stellato sopra di noi per avere risposte e per munirsi di una sorta di filo di Arianna capace di fare da scudo tra noi e l’ignoto.

Aprirsi al mistero fa parte dei rituali dell’affidarsi, cioè di fare spazio a quelle parti di noi creative che ridisegnano la percezione, perché nulla esiste davvero ma tutto esiste comunque…

Quindi per gioco e per magia anche oggi come ieri, in questo nostro 2025 tecnologico e proiettato nel futuro, ritorniamo a interrogare le mappe sapienziali antiche… Per chiedere alla saggezza del cosmo come potrà essere il nuovo anno per la nostra città.

Iniziamo con l’esplorare l’identità del luogo…

Quale potrebbe essere il segno zodiacale della sirena Parthenope che nasce dalle acque?

Quale è il mood fondamentale che si respira a Napoli?

Napoli non è una città comune. Terra libera e creativa, dallo spirito che non si sottomette facilmente, luogo dove si alternano luci e ombre, gioie e dolori, terra dionisiaca di piaceri orgiastici e insieme apollinea nella sua bellezza mozzafiato, non è città da chiudere in un cassetto, sfugge a qualsiasi definizione.

Proprio per la sua caratteristica cangiante, camaleontica e sfuggente, oltre che per la sua connotazione “marina”, di città sirena che ammalia e che si ammanta delle ombre e delle emozioni cangianti di Nettuno, Napoli richiama il fascino dell’ultimo segno dello zodiaco: i Pesci.

Per la mia personale visione, a Napoli si respira l’atmosfera caratteristica del segno d’acqua dominato da Nettuno, contraddittorio, estremamente seduttivo, languido e pigro, mistico e lascivo, creativo e conturbante.

Nettuno, il pianeta transpersonale che lo governa, racconta il principio della compassione, inteso come apertura del cuore all’altro e all’empatia, e in questa città è caratteristica la generosità del cuore e la capacità di partecipare e commuoversi delle vicende altrui. 

Non esistono dighe a Napoli, è facile integrare il diverso attraverso il cuore, e proprio quest’assenza di confini che la presenta cangiante e esente dai giochi dell’appartenenza, è anche il suo punto debole perché in qualche modo la fa essere arcaica e primitiva, quindi impossibile da “civilizzare” fino in fondo. Napoli ha quella cifra di anarchia che, da una parte, fa respirare grande libertà ai suoi abitanti e dall’altra rende difficile una coesistenza armoniosa tra le tante parti apparentemente contrastanti.

Nettuno confonde le acque, inganna, non tutto è come appare, e Napoli è anche terra di furti e inganni, maestra nell’arte di arrangiarsi. Terra di Peter Pan, del bambino interiore che si stupisce e gioca ed è capace di frodare in quel restare eternamente giovane, esente dalla pesantezza e dalla responsabilità del vivere.

Seducente come la sirena distesa sulle acque, conserva la pigrizia del piacere portato all’estremo, rimanda a domani ciò che si può fare oggi, si scuote le ombre fastidiose di dosso e continua a incantare col mare e con gli scorci suggestivi, dimenticando, come Nettuno insegna, ogni affanno.

Quale potrà essere il futuro della nostra città?

Per Napoli non c’è futuro, c’è il presente. Quella capacità dell’ottava evolutiva di Nettuno di vivere il qui ed ora senza preoccuparsi troppo e senza cedere alle ansie del domani.

Terra di sibille, come la Sibilla cumana, e di magia, di lava e di magma, sa dilatare il tempo, immergendosi nell’infinito.

Quell’infinito che sa di pause, di caffè ristretto e di “mille culure”.

Come per il segno dei Pesci dove il futuro è fatto di affidarsi e da aver fede nella Grazia, anche Napoli si affida all’elemento sacro che protegge e guida: ai santi e agli scongiuri, al corno e alle preghiere.

Tra i vicoli, nella terra alchemica del Principe di Sangro, a Piazza del Gesù, a Spaccanapoli, tra i Decumani, tra il mistico e il profano, il filo conduttore è la fiducia. La fiducia nella vita. Quell’atmosfera del cuore fatta di spazio e apertura che consente di fare sacra ogni cosa, anche la più banale e quotidiana… E così “tirare a campare”.

“Per quanto mi riguarda, nulla so con certezza. Ma la vista delle stelle mi fa sognare” (Vincent Van Gogh).

 

Credits Andrea Maresca (Spiff) 

Chiara Tortorelli
Author: Chiara Tortorelli
Creativa pubblicitaria, editor e scrittrice, vive a Napoli dove inventa nuovi cultural life style: come presentare libri in maniera creativa e divergente, come scrivere i libri che ti piacciono davvero, come migliorare la creatività e il benessere personale con metodologie a metà strada tra stregoneria e pensiero laterale. Il suo ultimo libro è “Noi due punto zero” (Homo Scrivens 2018). Cura per Napoliclick la rubrica “La Coccinella del cuore”.

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