Gelataio, no grazie: i paradossi del lavoro che c’è
In Campania c’è un esercito di disoccupati: circa 2 milioni, per la precisione 1 milione 980mila secondo i dati Istat di inizio anno.
Record assoluto di candidati per l’ultimo concorso docenti in Campania: sono 20.680 persone che aspirano a uno dei 338 posti disponibili nella scuola primaria e dell’infanzia.
Questi sono solo alcuni dei dati che possono descrivere quanto il tema lavoro sia centrale e particolarmente “caldo” nei nostri territori.
Ma c’è anche un’altra prospettiva da considerare che racconta della difficoltà di reperire personale specialmente in alcuni settori legati al turismo e alla ristorazione.
A Sorrento per esempio un ristoratore ha “assunto” due robot perché ha trovato non poche difficoltà a trovare camerieri disposti a lavorare nel weekend o nei festivi(qui l’articolo completo).
Non ha assunto ancora androidi super tecnologici ma lancia lo stesso allarme Antonio Giglio, uno dei maestri gelatai più famosi d’Italia che non riesce a trovare dipendenti per le cinque sedi della sua storica gelateria “La Scimmietta”: «Da molto tempo cerchiamo personale per le nostre gelaterie di Afragola, Caserta e Pomigliano. Il nostro è un lavoro bellissimo ma particolare nei tempi. Si lavora d’estate, nei festivi e nei weekend ed è questo il punto critico della ricerca. Non trovo più persone disposte a lavorare a queste condizioni».
Le difficoltà nella ricerca del personale è diventata una vera e propria criticità nel percorso imprenditoriale di Giglio e a nulla sono valsi gli annunci social della gelateria e nemmeno le buone condizioni contrattuali che si offrono (stipendi in linea, lavoro su turni, contratti non stagionali e possibilità di crescita professionale).
Ma La Scimmietta non è un caso isolato: secondo i dati di Anpal e Unioncamere, nel 2023 su 5,5 milioni di offerte di lavoro “attivate” dalle imprese, nel 45 per cento dei casi è stato difficile riempire le posizioni, con tempi superiori ai 4 mesi.
«Sono anni che investo nelle risorse umane. Sono quasi 70 i collaboratori che mi accompagnano ogni giorno nell'attività d'impresa, alcuni sono con me da più di trent’anni. Siamo davvero una grande famiglia e credo che il successo di un buon gelato passi attraverso l’armonia di chi quel gelato lo fa. Siamo in crescita ed di questo sono davvero grato ai miei dipendenti ma non riesco ad aprire nuovi punti vendita o avviare collaborazioni perché ho una difficoltà oggettiva nel trovare persone che siano disposte a mettersi in gioco e a sacrificarsi lavorando nel weekend. Lo so è difficile e si tratterebbe di rivoluzionare le abitudini ma questo è un lavoro che da anche un sacco di soddisfazioni» continua il titolare de La Scimmietta.
A servire i gelati ormai iconici nella sede storica di Afragola ci sono tre giovanissimi ragazzi che vengono dall’Africa, simbolo di un mercato del lavoro sempre più aperto e internazionale «Il nostro è un team multietnico: oltre che dall’Africa, Brasile, India e Romania sono i paesi da cui provengono alcuni dei nostri collaboratori. Mi piace moltissimo l’interazione culturale e l’atmosfera che si respira nelle nostre gelaterie. Per me non ci sono differenze né contrattuali né di nessun tipo tra i dipendenti. Esistono le persone, i lavoratori prima di tutto » conferma Antonio Giglio che conclude «Mi piacerebbe fare di più, dare un‘opportunità di lavoro ai giovani anche senza esperienza ma mi scontro quotidianamente con una muro fatto di “ma si lavora pure la domenica?” o “ma in che senso vado in ferie a Gennaio?”. Non sono quali siano i motivi di una tale disaffezione a lavori come questo. Non so se sia una questione culturale, politica, di predisposizione al sacrificio o perché fare il gelataio non è figo ma so che mi dispiace non poter contribuire a dare lavoro specialmente in territori così difficili come i nostri”.
La condizione di Antonio Giglio non è isolata; come lui cercano personale pizzerie, ristoranti e molte altre attività.
Situazione che però si scontra con i dati ancora abbastanza preoccupanti sull’occupazione.
Le persone non trovano lavoro, le aziende non trovano lavoratori: è questo il paradosso in cui versa l’economia italiana.
Un fenomeno complicato, una condizione che crea non pochi problemi e che deve essere affrontata sia dal punto di vista politico che sociale in maniera equilibrata senza scadere nella solita lotta tra lavoratori e imprenditori, tra occupati e disoccupati, tra operai e dirigenti.
È un paradosso che va osservato senza una visione bianco – nero e che non contiene necessariamente un’esclusione.
Per gestirlo, bisogna tenere sempre presente l’articolo 1 della nostra Costituzione “L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.”.
Oggi, il primo maggio e tutti i giorni.
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