Giovedì, 21 Novembre 2024

Lady Oscar, quarant’anni ma non li dimostra: le 10 cose che non sapevi

Femminista, rivoluzionaria e iconica, Lady Oscar nella versione italiana compie 40 anni: era il 1 marzo 1982 quando su Italia 1 arriva uno dei cartoni animati più amati di sempre.

Un cult non solo per quelli cresciuti a pane e Bim Bum Bam.

Lady Oscar è un manga disegnato da Riyoko Ikada, una bravissima fumettista e soprano giapponese che racconta la storia di Oscar François de Jarjayes, una dolce bambina allevata però dal padre come se fosse un uomo.

La serie è ambientata in Francia, racconta in maniera dettagliata la vita nella corte di Versailles e gli anni della rivoluzione del 1789.

Lotta sociale, amore, amicizia, guerra, differenze di genere: sono questi tempi che affronta il cartone e che lo rendono chiaramente molto attuale.

Un capolavoro intergenerazionale che piace a vecchi boomer nostalgici  ma che è perfetto pure per i nati con Baby Shark e Me contro Te.

Lady Oscar è un’eroina ribelle e coraggiosa che stravolse i canoni dei cartoni animati dell'epoca.

Immaginatevi quarant’anni fa una donna cresciuta come un uomo che fa il soldato durante una rivoluzione.

Una roba d'avanguardia pura perfino oggi considerando Simone Pillon e tutte le polemiche su Drusilla Foer all’ultimo Festival di Sanremo.

Lady Oscar è senza dubbio un’icona di libertà assoluta: ma voi siete proprio certi di sapere tutto su Lady Lady Oscar tutti fanno festa quando ci sei tu?

Ecco le 10 curiosità che sull’eroina made in Japan:

1 – Fatti non casuali

La storia di Lady Oscar è ispirata a un personaggio storico realmente esistito che, però, non era una donna.  

La storia  è infatti ispirata a François Augustin Reynier de Jarjayes: un cavaliere coraggioso che cercò di far evadere la regina durante la rivoluzione francese.

Lui però fu punito con la ghigliottina.

2 – Non solo Cristina D’Avena

La prima sigla fu composta e cantata dal gruppo da I Cavalieri del Re, che riscosse tanto successo negli anni ottanta da raggiungere il settimo posto nella hit parade.

Nel 1990 Mediaset decise di cambiare il titolo in Una spada per Lady Oscar e arrivo una nuova sigla che fu inizialmente affidata inizialmente a Enzo Draghi.

Solo l'anno dopo arriva la regina delle sigle dei cartoni animanti.

Come chi? La queen Cristina D'Avena.

3 – I refusi

Nel manga sono presenti alcuni errori storici, dovuti al ritardo di documentazione dell'autrice, che doveva sostenere il ritmo della pubblicazione di un capitolo ogni settimana e non fece in tempo a correggersi.

Si tratta delle uniformi della Guardia nazionale, che in realtà risalgono agli albori del XIX secolo, all'epoca napoleonica, tuttavia la Ikeda decise di tenerle ugualmente per motivi estetici. Un altro adattamento che l'autrice fece è quello del nome di Maria Antonietta, la quale prima di andare in Francia si chiamava Maria Antonia: Riyoko Ikeda decise di mantenere un solo nome per evitare di mettere confusione alle lettrici più giovani

4 – Cattiva la prima

La serie, andata in onda in Giappone per la prima volta tra il 1979 e il 1980, si rivelò un clamoroso insuccesso.

5 – Censura ti temo

La sceneggiatura originale giapponese, pensata per un pubblico adolescente, è stata pesantemente adattata o censurata nella versione italiana, per renderla più adatta a degli spettatori bambini: molti dialoghi furono riscritti, alcuni furono appiattiti, altri del tutto reinventati, secondo una pratica molto diffusa in Italia per quanto riguarda l'animazione giapponese. 

Ne soffrirono soprattutto i dialoghi e le scene che più giocano sull'equivoco dell'identità di Oscar, iniziando proprio da questa. 

Nella versione giapponese è un vero e proprio segreto e tutti si rivolgono a lei con "Colonnello", "Signore" o semplicemente "Oscar"; nel doppiaggio italiano molti la chiamano "Madamigella". Nel decimo episodio venne censurata la scena in cui Rosalie Lamorlière si prostituisce a Oscar venendo respinta con una risata: con la modifica dei dialoghi e il taglio della risata di Oscar, viene fatto apparire che Rosalie chieda a Oscar solamente l'elemosina.

Pure la famosa scena del litigio tra Andrè e Oscar con lo strappo della camicetta è diventata, taglio dopo taglio, sempre più corta e meno osè.

6 – Le soddisfazioni 

Nel 2008 Riyoko Ikeda, l’autrice di Lady Oscar, è stata insignita dell'onorificenza di Cavaliere della Legion d'onore per aver contribuito alla diffusione della storia e della cultura francese in tutto il mondo. 

Si tratta della più alta onorificenza conferibile dalla Repubblica Francese.

7- Il film

Nel 1979 il manga diventa un film  diretto da Jacques Demy.

Patsy Kensit interpretò Lady Oscar da piccola  e la linea di cosmetici giapponesi fu Shiseido, uno degli sponsor principali per la realizzazione della pellicola.

8 – Storia e storie

La fondazione non profit Nippon Foundation ha redatto una lista dei 100 manga più istruttivi e Lady Oscar  è presente nella materia di storia.

9 – Ci mancava Napoleone

Per il grande successo della serie in Italia il Gruppo Fabbri Editori realizzò due romanzi su Lady Oscar. Il primo: Il romanzo di Lady Oscar è una rivisitazione della serie. Il secondo: Il ritorno di Lady Oscar contiene una storia inventata di sana pianta in Italia nel quale vediamo una Oscar viva e non morta durante la presa della Bastiglia. 

In questo libro possiamo ritrovare tutti i personaggi originali con l'aggiunta di uno nuovo: Napoleone Bonaparte

10 –Non solo manga

Nel 2009 avviene il debutto di Lady Oscar- François Versailles Rock Drama, un musical tutto italiano a cura del regista e autore Andrea Palotto.

Giovanni Salzano
Author: Giovanni Salzano
Esperto di social media management, cura la rubrica di opinione Società.

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