Fare comunità a partire dalle risorse del territorio: è questo il principio su cui si basa “Intrecci di Comunità” un progetto ambizioso quanto visionario tutto al femminile.
Ci troviamo a Maratea, nel cuore della Basilicata. Qui nasce, grazie al lavoro dell'associazione Liberi Libri e al sostegno di Fondazione con il Sud e Enel Cuore - la Onlus del Gruppo Enel, nell’ambito del bando Nel cuore del sud – la Nuova Libbaneria Mediterranea, una impresa sociale che a partire da una materia prima vegetale del terrotorio – il libbano – crea oggetti di design, a cui si associa un'iniziativa di turismo esperenziale.
La lavorazione dei libbani. A cavallo fra passato e futuro
La storia dei libbani affonda le radici in un passato che appartiene alla memoria di tutta la comunità locale. Con i libbani fino agli anni '70 – prima che la plastica prendesse il sopravvento - si producevano infatti cordami per il settore nautico e per la pesca, una microeconomia che ha permesso la sopravvivenza di molte famiglie. A lavorare questo materiale vegetale che cresce liberamente fra i boschi della Lucania erano soprattutto le donne e oggi riacquista valore tornando fra le mani delle donne, in una trasmissione di saperi di generazione in generazione. “L'idea è nata nel 2019 con Matera Capitale Europea della Cultura grazie nell'ambito del progetto Ri-Corda. Fu in tale occasione che abbiamo capito che il sogno di convertire in chiave contemporanea un antico sapere, come quello della lavorazione dei libbani, era davvero possibile – racconta Marialuisa Firpo di Liberi Libri, ideatrice del progetto insieme a Ilaria d’Auria e ad Angelo Licasale di InMateria APS. Grazie al sostegno di Fondazione con il Sud e Enel Cuore Onlus siamo passati alla fase successiva, quella della formazione. Un gruppo di 20 donne di Maratea, Lauria, Trecchina e donne ospiti dello SPRAR e del SAI di Lauria - di età diverse e con storie differenti - con grande entusiasmo ha iniziato a seguire i laboratori di ceramica, di storytelling e di tecnica tradizionale di produzione”. Ad occuparsi della formazione sono state Beatrice Avigliano, Rosa Brando, Maria Laura Galiano e Angelina Tortorella, donne che hanno lavorato alla filiera di produzione del cordame prima che avvenisse la riconversione industriale. “Ho messo a disposizione del progetto il mio loft di Massa con grande gioia - prosegue l'artista Carla Viparelli – contribuire a scrivere questa storia è per me un grande onore. Il mio contributo nel progetto è stato soprattutto questo: rendere visibile come da un materiale concepito per fini industriali e che fino a qualche anno fa avremmo considerato “superato” possa nascere bellezza. Oggi i libbani sono utilizzati per produrre delicati ornamenti e oggetti di design. Chi acquista uno di questi oggetti entra a far parte di un mondo di tradizione e resistenza”.
L'unione fa la forza. La partnership
Formazione, impresa, inclusione sociale e lavorativa e offerta turistica: la Nuova Libbaneria Mediterranea racchiude in sé tanti fini ed è per questo che necessita dell'unione di più realtà. Un partenariato ampio e articolato - che si snoda lungo tutto il territorio nazionale dalla Calabria al Piemonte - è l’ossatura su cui si basa il progetto, con il CIF-Centro Italiano Femminile di Lauria come capofila e Auser Lauria, Auser Rivello, Asset - Azienda speciale della Camera di Commercio della Basilicata, Cittadellarte-Fondazione Pistoletto, Comune di Maratea, Fabbrica Tessile Bossio, Fondazione Francesco Saverio Nitti, Forum delle Associazioni di Maratea, InMateria, Liberi Libri, Mov Lauria. “Per il CIF è un orgoglio poter essere capofila in un programma di inclusione sociale e lavorativa le cui destinatarie sono donne di questa terra e con una vocazione per le tradizioni locali.” dichiara Antonella Viceconti, presidente del CIF Centro Italiano Femminile Regionale Basilicata.
Anche la Fondazione Matera Basilicata 2019, affianca il progetto con Rita Orlando, Manager di Open Design School, per lo sviluppo del design contemporaneo. Inoltre la Nuova Libbaneria Mediterranea è oggetto di studi nell’ambito dei tirocini formativi del Corso di Design per la Comunità (CoDe) del DIARC dell’Università Federico II di Napoli coordinati dalla professoressa Carla Langella.
Le azioni future
Il progetto durerà 30 mesi e avrà diverse fasi di formazione volte ad acquisire tecniche di produzione e competenze gestionali.
I laboratori di produzione e design che vedranno alcune residenze di designer e innovatori per lo sviluppo di prototipi di oggetti artigianali, di design contemporaneo e di esperienze turistiche trasformative legate alla produzione dei libbani.
In seguito la formazione continuerà con i tirocini formativi presso la Fabbrica Tessile Bossio di Calopezzati (CS) specializzata nella tessitura di fibre naturali, dove si sperimenterà il lavoro in fabbrica e lo sviluppo di nuovi utilizzi del materiale.
ASSET Basilicata affronterà la formazione gestionale sviluppando il progetto imprenditoriale e seguendo il lancio dei prodotti. L’ultima fase del progetto si focalizza sul perfezionamento, posizionamento e commercializzazione della nuova linea di prodotti artigianali e turistici. Le donne al termine del processo sapranno produrre, narrare, e vendere prodotti tangibili e intangibili sia online che al dettaglio circondate da reti relazionali consolidate, andando a costruire un’offerta di artigianato locale e turismo esperienziale capace di valorizzare il territorio nel rispetto dell'ambiente e dell'ecosistema locale.