Bambini senza opportunità a Napoli, l’allarme di Save the Children
Napoli, tra le città più giovani di Italia, resta maglia nera in tema di diritti e di opportunità proprio per i più piccoli, che risultano tra quelli più deprivati nel nostro Paese in termini di scuola, sport, svago e finanche accesso ai servizi più basilari. Lo dice il nuovo rapporto di Save The Children “Fare spazio alla crescita”, che mette in evidenza la distribuzione dei minori e le forti disuguaglianze che riguardano la loro vita all’interno delle 14 città metropolitane italiane.
Napoli, con una popolazione di circa 2 milioni e 970 mila abitanti, è la terza città metropolitana più grande d’Italia. Nel comune di Napoli, come nelle altre aree metropolitane del Paese, emergono chiaramente differenze territoriali, dal punto di vista della presenza di minori e delle condizioni socio economiche della popolazione. In tre municipalità (6, 7 e 8) la percentuale di 15-64enni senza occupazione è superiore al 60% (rispettivamente 61,3%, 62,1% e 61%). Solo in due (1 e 5) il tasso scende sotto il 50% (rispettivamente 47,6% e 43,1%). Sempre nelle municipalità 6, 7 e 8 si registrano, inoltre, le percentuali più elevate di residenti che non sono andati oltre la licenza media (63,9%, 64,8% e 62,5%).
Se è vero che con il crollo della natalità in Italia ci sono sempre meno bambini, i 10 milioni e 493 mila bambini e adolescenti tra 0 e 19 anni che vivono nel nostro Paese, di cui il 10,7% (1.127.244) in Campania, fanno i conti con una evidente disparità nell’accesso agli spazi abitativi, scolastici e pubblici adeguati alla crescita e al loro benessere educativo, fisico e socio-emozionale. Disuguaglianze profonde, che possono fare la differenza in positivo o in negativo nel futuro di bambini e ragazzi che crescono in regioni diverse, ma anche in due diversi quartieri di una stessa grande città.
Tra gli 0-19enni che vivono in Italia, ben 3 milioni e 785 mila, quasi 2 su 5, si concentrano infatti nelle 14 città metropolitane, dove vive anche il 13,7% dei contribuenti con reddito inferiore ai 15 mila euro annui. Quasi la metà degli abitanti della città metropolitana di Napoli (48,8%) ha un reddito inferiore ai 15mila euro. In queste città, le aree urbane caratterizzate da una maggiore privazione socioeconomica sono spesso anche quelle con meno spazi adeguati alla crescita dei minori. In Italia, il 39,1% dei minori vive in abitazioni sovraffollate, ovvero in case dove non ci sono abbastanza stanze rispetto alle dimensioni della famiglia.
Anche se le condizioni abitative inadeguate riguardano un numero significativo di minori in tutto il Paese (2 su 5 vivono in un’abitazione sovraffollata e tra le famiglie con almeno un figlio minore c’è chi vive in case danneggiate -9,2%, con umidità -13,7% o scarsa illuminazione -5,4%), tra i quasi 13 mila minori che sono senza casa o fissa dimora, 2 su 3 si concentrano nelle città metropolitane, dove si registra anche il 45% di tutti i provvedimenti di sfratto. Dei 12.793 minori senza tetto o senza fissa dimora che vivono in Italia, 8.163 (il 63,8%) si trovano nelle città metropolitane: a Napoli sono ben 1.113 quelli censiti (terza area per numero dopo Roma – 3.375 – e Milano – 1.697).
Nelle città metropolitane italiane vivono circa 2 milioni e 600 mila studenti, ma le grandi città si distinguono in negativo anche rispetto alla scuola. In queste città la percentuale di edifici scolastici senza certificato di agibilità raggiunge il 70% (62,8% la media in Italia), e anche la presenza di uno spazio collettivo, mensa, palestra, aule tecniche o informatiche risulta inferiore alla media del Paese, già segnata da pesanti carenze: manca una palestra in 3 scuole su 5, uno spazio sociale comune in più di una su tre, e aule tecniche e informatiche sono un sogno per almeno la metà degli studenti minorenni di ogni ordine e grado.
Nell’area della città metropolitana di Napoli, ad esempio, le aule informatiche sono presenti solo nel 15,5% delle istituzioni primarie (contro il 36,2% di media nazionale), nel 16,5% di quelle secondarie di primo grado (40% nazionale) e nel 19,4% di quelle secondarie di secondo grado (50,8% nazionale). Inoltre, mentre a livello nazionale il 42% delle scuole primarie è dotato di mensa, nelle aree metropolitane la percentuale scende al 39,6%. Nella città metropolitana di Napoli si registra il dato peggiore, con solo il 7,3% di scuole primarie dotate di mensa e il 4,4% di scuole secondarie di primo grado.
I dati relativi al tempo pieno sottolineano come nella metà delle città metropolitane - in particolare in quelle nelle regioni del Sud e delle Isole - la percentuale delle classi della scuola primaria che offrono il tempo pieno (almeno 40 ore a settimana) è significativamente inferiore alla media nazionale: nella maggior parte dei casi si tratta di meno del 20%, a fronte di una media nazionale del 38%. Nella città metropolitana di Napoli la percentuale di classi che offrono il tempo pieno è del 19,5% nella scuola primaria e del 4,3% nella secondaria di primo grado.
Situazione critica anche per quanto riguarda l’accesso e la mobilità per minori diversamente abili nella città metropolitana di Napoli: qui il 45,1% delle scuole ha rampe di accesso (la media nazionale è del 47%), il 44,2% è dotato di ascensore per il trasporto di persone con disabilità (contro il 58%), il 57,4% ha servizi igienici a norma (contro il 67,1%), il 66,3% ha scale a norma – quindi con montascale o rampe – (contro il 75,5%) e il 67,3% ha porte a norma (contro il 76,8%).
In generale, in Italia, per ogni bambino ci sono 12 metri quadrati di aree sportive, 1,4 di parchi urbani, 1,05 di aree sociali/ricreative attrezzate, 0,59 di arredo urbano e solo 0,4 di giardino/orto botanico a scuola. Inoltre per il 30,7% delle famiglie la carenza di mezzi pubblici è un limite concreto nella possibilità di raggiungere altri quartieri.
Una delle possibilità per ridisegnare gli spazi urbani riguarda, ad esempio, il riutilizzo degli spazi confiscati alla criminalità organizzata per scopi socio-educativi. In Italia, il totale di questi beni (dato aggiornato al 2023) è di quasi 42.500 immobili e, di questi, poco più di 17mila, il 40%, si trovano nelle 14 città metropolitane. Il riutilizzo di questi beni può rappresentare un’opportunità importante per espandere i luoghi di crescita, in contesti spesso svantaggiati e dove gli spazi sono limitati. Ma, ad oggi, i beni effettivamente attivi per scopi educativi e sociali destinati ai minori sono soltanto 237, il 5% del totale, e appena l’1,4% di tutti i beni confiscati nelle 14 città metropolitane. Napoli è la seconda città metropolitana per numero di beni confiscati alla criminalità organizzata (2.249), ma soltanto 29 sono quelli attualmente utilizzati per scopi educativi e/o indirizzati ai servizi per i minori.
I dati sono diffusi dall’organizzazione internazionale - che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine e garantire loro un futuro - in occasione del lancio della nuova campagna di sensibilizzazione “Qui Vivo”, che vuole mettere al centro dell’attenzione i bambini, le bambine e gli adolescenti che vivono nelle periferie geografiche, sociali ed educative nel nostro Paese.
Tutti possono aderire alla campagna firmando la petizione lanciata per assicurare educazione di qualità, attività sportive, opportunità e spazi sicuri in cui crescere a tutti i bambini, a partire da elementi molto concreti, come l’apertura delle scuole tutto il giorno o la presenza di biblioteche scolastiche e palestre in tutte le periferie.
Qui la petizione
https://www.savethechildren.it/petizioneperiferieitalia
Qui tutti i dati del rapporto
https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/fare-spazio-alla-crescita