Nuovo Teatro Sanità, il direttore: “Il Comune chiarisca di chi è la proprietà”
“Poco dopo aver annunciato la chiusura siamo stati convocati dall’amministrazione comunale per un colloquio con l’assessore Marciani e alcuni rappresentanti della Commissione Cultura, ma purtroppo ci siamo trovati a dover ripetere per l’ennesima volta la stessa storia.
Da questo abbiamo capito che da parte delle istituzioni non è stato fatto un solo passo in avanti sulla situazione, quindi in questo momento del percorso è abbastanza chiaro che la nostra permanenza nella struttura diventa sempre più difficile”.
Così, Mario Gelardi, direttore artistico del Nuovo Teatro Sanità, torna a parlare della decisione annunciata dal collettivo nei giorni scorsi: quella di non svolgere più attività di pubblico spettacolo nella sala di piazzetta San Vincenzo perché “manca l’agibilità”. A fine ottobre, infatti, la Polizia ha invitato il collettivo del Teatro a interrompere gli spettacoli per un adeguamento strutturale della chiesa settecentesca, attraverso una serie di adempimenti burocratici.
“C’è molta confusione su questa vicenda da parte delle stesse istituzioni – continua Gelardi – perché ad oggi non si è ancora capito se la chiesa che ci ospita sia effettivamente del Comune di Napoli. Nel 2017 avevamo presentato le nostre istanze all’amministrazione de Magistris che ci aveva rassicurato e incoraggiato a proseguire la nostra attività. Oggi vorremmo solo che ci mettessero nero su bianco tutto ciò che dobbiamo e che possiamo fare, così da proseguire nel nostro cammino. Intanto abbiamo chiesto al Comune che ci aiuti a trovare un’altra struttura, sempre nella terza circoscrizione, per portare avanti tutte le nostre attività, comprese quelle laboratoriali”.
Ufficialmente la stagione del teatro è stata sospesa lo scorso 7 novembre, oggi restano attivi i laboratori gratuiti rivolti alle ragazze e ai ragazzi del territorio che hanno trovato nel teatro un punto di riferimento, uno spazio di condivisione.
“La cosa più triste – prosegue – è che abbiamo dovuto sospendere gli spettacoli di ben venti compagnie che erano in cartellone. Attualmente stiamo portando avanti i laboratori per i giovani che finiranno il prossimo giugno. Ma solo i laboratori non bastano. Un teatro vive del rapporto con il pubblico, di uno scambio continuo con gli artisti. Senza questi elementi è come se avessimo una solo ala, come se non avessimo più un cuore che batte. La domanda che facciamo alle istituzioni: volete un luogo in cui non si faccia teatro? Pensate sia un’attività di cui si può fare a meno? Per noi non è così”.
Sulla vicenda interviene anche Sergio D'Angelo, in qualità di consigliere comunale, capogruppo di Napoli Solidale. “Innanzitutto – spiega - credo sia necessario che gli uffici comunali competenti verifichino con celerità se la chiesa settecentesca sia un bene effettivamente di proprietà del Comune. Poi che si verifichi se l’attività svolta dall’associazione no profit Nuovo Teatro Sanità possa essere ritenuta a carattere non imprenditoriale e quindi essere esente dalle autorizzazioni previste dalla disciplina del pubblico spettacolo. In generale, comunque credo che l’amministrazione comunale debba attuare interventi strutturali di sostegno alle tante realtà teatrali e più in generale del mondo dello spettacolo, ascoltando le loro istanze e potenziando il trasporto pubblico serale, in modo da permettere di frequentare teatri e cinema. E poi bisognerebbe ridurre alcune tasse, come la Tari, per spazi che non facciano ristorazione, rideterminare la tassazione per le affissioni, e mettere in campo le altre iniziative per garantire la promozione, la tutela e lo sviluppo del settore”.
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