Cutting Clouds, tagliando le nuvole in mostra al Museo Madre
Un programma che include azioni legate dal comune denominatore dell’effimero e dell’impermanente.
È “Cutting Clouds, tagliando le nuvole”, la mostra a cura di Marta Ferrara e Marta Wróblewska, ospitata al Museo Madre di Napoli dal 26 settembre 2024 al 7 gennaio 2025. Il titolo si riferisce a Cloud Scissors, opera concepita nei primi anni ‘60 da George Brecht. Alcuni cartoncini indicanti luoghi, tempi e modalità sono istruzioni per un possibile happening combinato da più eventi: indicazioni aleatorie da seguire per spostare i limiti creativi attraverso il gioco e la sperimentazione. Gli strumenti lasciati in eredità da Brecht diventano lo stimolo per un esercizio immaginativo. Negli spazi liminali del museo, interventi e opere presentano una potenzialità, un’idea di incompletezza adottando diversi media. Cutting Clouds, riflettendo la natura mutevole delle nuvole, si evolve attraverso operazioni che mirano ad attivare creatività potenziali apprezzando il casuale, l’improvvisato e l’indeterminato.
Artisti partecipanti:
Marisa Albanese (Napoli, 1947 – 2021) / Francesco Arena (Torre Santa Susanna, 1978) / Edoardo Aruta (Roma, 1981) / Simone Berti (Adria, 1966) / George Brecht (New York 1926 – Köln 2008) / Gianni Caravaggio (Rocca San Giovanni, 1968) / Carmela De Falco (Napoli, 1994) / Salvatore Emblema (Terzigno, 1929 – 2006) / Irene Fenara (Bologna, 1990) / Renato Fiorito (Napoli, 1987) / Kamilia Kard (Milano, 1981) / Domenico Antonio Mancini (Napoli, 1980) / Eva Marisaldi (Bologna, 1966) / Matteo Nasini (Roma, 1976) / Yoko Ono (Tokyo, 1933) / Paint it Black (Margherita Rossi, Lucia Rossi e Pietro Rossi, casa editrice e bookshop fondato a Torino nel 2022) / Perino&Vele (Emiliano Perino, New York, 1973 e Luca Vele, Rotondi, 1975) / Cesare Pietroiusti (Roma, 1955) / Nuvola Ravera (Genova, 1984) / Dieter Roth (Hannover, 1930 – Basel, 1998) / Gabriella Siciliano (Napoli, 1990) / Alberto Tadiello (Montecchio Maggiore, 1983) / Arrigo Lora Totino (Torino, 1928 – 2016) / Serena Vestrucci (Milano, 1986)