Violenza di genere: nel 95% dei casi è psicologica
Il contatore segna 59: 59 sono i casi di femminicidio che si registrano nel nostro Paese da inizio anno al 25 agosto 2022 (uno ogni 3.9 giorni), ma purtroppo, da quello che ci racconta la cronaca quasi quotidianamente, potrebbe essere molto più alto, in questo preciso istante, il numero di donne uccise per mano di uomini, compagni o ex generalmente.
Un dato agghiacciante che, a pochi giorni dal 25 novembre - Giornata internazionale contro la violenza di genere, commentiamo con l’associazione Le Kassandre, storicamente accanto delle donne della zona est di Napoli, dove ha fondato uno sportello anti-violenza e gestisce, per conto del Comune di Napoli, uno dei 5 Centri Anti-violenza della città (quello della Municipalità Ponticelli, Barra, San Giovanni a Teduccio).
L’ASSOCIAZIONE LE KASSANDRE: PARTIRE DALL’EDUCAZIONE AI SENTIMENTI
Laura Ruocco, counselor, che si occupa di bilancio competenze e orientamento al lavoro per l’organizzazione di Ponticelli, spiega: “Si tratta di un fenomeno che più aumentare, emerge sempre di più, perché a crescere è il numero di donne che si decide a denunciare e si rivolge ai centri anti-violenza”. “Quello che andrebbe fatto per prevenire davvero il fenomeno – continua - è agire su un piano culturale: sensibilizzare la popolazione, a partire dalle scuole e dai giovani, perché bisogna educare, fin dall’infanzia, ai sentimenti e allo sviluppo di un pensiero critico sui rapporti di genere”.
Stando ai dati in possesso dell’associazione – che ha sede in Corso Ponticelli ma gestisce anche il Cav comunale di Napoli est in Viale Hemingway 102 – le donne che hanno chiesto aiuto dall’inizio dell’anno ad oggi sono 20 per quanto riguarda le attività di sportello: 7 hanno seguito il percorso psicologico e 14 hanno richiesto l’assistenza legale.
Da maggio a novembre 2022, sono state realizzate 43 accoglienze dal Cav della periferia est, di cui 15 hanno chiesto consulenza psicologica, 31 assistenza legale e 4 orientamento al lavoro.
Ciò significa, facendo un rapido calcolo, che oltre 60 donne nell’anno 2022, non ancora concluso, si sono rivolte ai servizi anti-violenza nella sola zona di Ponticelli.
“Numeri che sono solo la punta dell’iceberg – spiega la responsabile dell’organizzazione di donne - I centri anti-violenza sono gestiti da una rete di associazioni al momento ma i bandi per l’assegnazione di queste strutture sono purtroppo semestrali, non vi è continuità e spesso le attività di prevenzione e contrasto alla violenza di genere sono lasciati alla iniziativa di volontari o di singole associazioni che le finanziano con altri proventi”.
I DATI SUI CAV COMUNALI: LA VERA EMERGENZA È LA VIOLENZA PSICOLOGICA
Una lettura interessante viene dai dati complessivi dei Centri anti-violenza del Comune di Napoli, servizio partito a gennaio e concluso il 17 novembre 2022.
Sono state accolte complessivamente 406 donne; il 42% di donne accedono direttamente senza invio, riescono cioè a raggiungere i centri senza passare per il 1522 (Numero verde nazionale cui rivolgersi per segnalare casi di violenza), per i Servizi sociali o per le Forze dell’ordine.
“C’è una conoscenza maggiore delle strutture – commenta la presidente dell’associazione Le Kassandre Clara Fargnoli - il 95% di queste donne raccontano storie di violenza psicologica, nel 78% dei casi parliamo di violenza fisica, nel 52% di violenza economica”.
Insomma, la vera emergenza o comunque il filo che lega le varie forme di violenza è sempre più la violenza psicologica, la più subdola ma anche quella che emerge più fortemente e comincia ad essere anche più riconosciuta dalle stesse vittime.
A questa, soprattutto per le donne dei territori più deprivati della città, spesso de-professionalizzate o inattive sul mercato del lavoro, si aggiunge la violenza economica: quello dell’accompagnamento economico è un fattore strettamente legato alla fuoriuscita dalla violenza di genere.
Proprio su questo lavora da anni l’associazione Le Kassandre che, nei mesi scorsi, ha lanciato una raccolta fondi per assicurare a 16 donne percorsi di bilancio di competenze, ovvero un orientamento per renderle consapevoli non solo delle proprie abilità ma anche di ciò che vogliono diventare, motivandole così a intraprendere percorsi formativi e lavorativi.
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