Giovedì, 19 Dicembre 2024

Il ritorno a scuola e la fiducia

Fa tenerezza vederli per strada.

Fa tenerezza vederli, bambini, ragazzi, giovani, che si affrettano a ricominciare il loro percorso.

Settembre è il mese degli inizi, del nuovo anno di scuola, è a settembre che si misura il cambiamento e la crescita, che ci si ritrova dopo i tre mesi di vacanza e si scopre che non si è più quelli di prima.

A volte basta la distanza, a volte basta rompere la quotidianità per dare vita alle riflessioni, alle domande, a quegli interrogativi che rendono la vita un atto consapevole.

A settembre, a scuola, si ritorna con un’esperienza in più, si ritorna arricchiti, in un certo qual modo più maturi, perché in mezzo c’è stato lo spazio, la pausa.

È la pausa che matura gli animi, che li rende più aperti e ricettivi.

Quest’anno poi settembre e il ritorno a scuola hanno un gusto particolare.

Dopo due anni faticosi e dolorosi ci si ritrova finalmente senza più mascherine, senza schermo sul volto, di nuovo aperti all’altro e non più timorosi e guardinghi.

C’è da ricostruire il tempo della relazione, quel ritrovarsi nella spontaneità e nella naturalezza.

I bambini oggi finalmente riscoprono il gusto della “normalità”, di quelle cose semplici, quotidiane e rassicuranti, come un sorriso, un abbraccio, lo scambiarsi di una penna o della merendina, il poter guardare completamente il viso della maestra che col suo sorriso mostra la fiducia verso l’esperienza, o quello dei compagni con cui ridere e giocare spensierati.

È il ritorno alla vita con la ricchezza di un’esperienza forte di cui fare tesoro.

Ma cosa è accaduto in questi due lunghissimi anni di vita sospesa e di socialità limitata?

Voglio dare una lettura positiva perché la differenza la fa sempre a cosa vogliamo dare attenzione…

In questi due lunghi anni molti ragazzi hanno imparato che niente è scontato e che anche le cose più belle sono impermanenti, per questo quando si hanno è necessario goderle nella loro pienezza.

In questi due anni ci siamo ripresi la saggezza del tempo circolare, si è potuta misurare l’onda della vita con i suoi alti e bassi e i ragazzi hanno potuto comprendere, cioè prendere dentro di sé, la bellezza dei momenti luminosi e la saggezza di quelli bui, e la consapevolezza che tutto scorre, i momenti tristi e i momenti memorabili, perché ogni cosa è soggetta al perenne flusso, un continuo up and down, diastole e sistole, inspirazione ed espirazione, come il battito del cuore e del respiro, e come il ciclo delle stagioni.

Chi torna oggi tra i banchi di scuola ha appreso una lezione che difficilmente si impara tra quei banchi perché si apprende con l’esperienza viva.

Ogni dolore non è per sempre, passa.

Ogni gioia non è per sempre, passa.

E noi siamo il navigatore che col suo timone fermo deve guidare la barca tra le onde del vivere. Più siamo presenti e radicati in una quieta fiducia che anche la notte più nera è destinata a lasciare il posto al nuovo giorno che appare, più non siamo preda inerme delle tempeste.

I ragazzi che oggi ritornano a scuola con un nuovo sorriso e una nuova speranza sono ritti a prua e guardano senza timore al futuro, consapevoli di aver imparato a navigare.

Chiara Tortorelli
Author: Chiara Tortorelli
Creativa pubblicitaria, editor e scrittrice, vive a Napoli dove inventa nuovi cultural life style: come presentare libri in maniera creativa e divergente, come scrivere i libri che ti piacciono davvero, come migliorare la creatività e il benessere personale con metodologie a metà strada tra stregoneria e pensiero laterale. Il suo ultimo libro è “Noi due punto zero” (Homo Scrivens 2018). Cura per Napoliclick la rubrica “La Coccinella del cuore”.

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