I cinque (anzi sei) sensi del papà
Si parla spesso del corpo delle donne che cambia dopo la maternità, ma nessuno ha mai studiato le mutazioni pseudo-genetiche dei papà.
Non mi riferisco né alla pancia né alla stempiatura, e nemmeno al mal di schiena causato dal dormire con i bambini nel lettone (roba da Tetris umano!).
Sapete vero quali sono i sensi?
Gli organi di senso sono quelli che permettono all’uomo di interagire con l’ambiente intorno. A ognuno degli organi di senso corrisponde uno dei cinque sensi: occhi e vista, orecchie e udito, bocca e gusto, naso e olfatto, pelle e tatto.
Bene, sono proprio questi cinque sensi che subiscono una trasformazione, un miglioramento.
Quando arrivano dei marmocchietti per casa i cinque sensi diventano più forti. Un po’ come Super Mario Bros post-funghetto allucinogeno.
Chiaramente la mia considerazione non si basa su evidenze scientifiche, ma chiedo a quelle belle università sperdute del Minnesota che fanno ricerche sulla qualunque di indagare su questo fatto. Sempre meglio c he calcolare quanto mediamente un uomo resta in fila alle Poste.
I cinque sensi dei papà subiscono una variazione genetica, un po’ come ci ha insegnato la teoria dell’evoluzione della specie del nostro caro amico Charles Darwin. “Non è la più forte delle specie che sopravvive, é la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti”: questo diceva Darwin, e i papà, per sopravvivere ai cambiamenti, devono essere reattivi, molto reattivi.
L'olfatto
Partiamo da naso e olfatto. Sei a cena, finalmente si mangia, e mentre stai portando in bocca la parmigiana di melanzane, quella buona che ti ha fatto mammà, indovinate chi caga?
Sì, il tempismo dell’intestino dei bambini è sempre perfetto. Ti ritrovi così, nell’arco di pochi minuti, dall’odore della parmigiana alla puzza di cacca. E se prima di diventare papà questa roba avrebbe prodotto espressioni tipo «Oh mio Dio che schifo» o provocato un mezzo conato di vomito, ora con tutta naturalezza e senza consegue fisiche passi dal pannolino pieno di cacca alla cena che è una bellezza.
Il tatto
Avreste mai pensato di prendere in mano la cacca? Se vi sembra una cosa schifosa è evidente che non siete dei papà, perché capita veramente spesso che il tatto venga messo a dura prova da robe del genere.
Pensate solo che quando abbiamo spannolinato i bambini (a parte le varie pipì addosso) andavo tutto il giorno in giro a raccogliere simpatici
piccoli monumenti marroni disseminati per casa. E pure il tatto l’abbiamo rafforzato!
Il gusto
L’altro senso che viene geneticamente modificato è il gusto. Prima di Gennarino e Nina non fosse mai che una cosa non fosse cotta bene o non fosse giusta di sale. Non si mangiava nulla che non avesse odore, consistenza e sapore sotto un certo standard.
Sono quattro anni che mangio pappine avanzate, resti di Teneroni, omogenizzati che stanno per scadere, pezzettini di cotolette fredde.
Perché lo sapete, con i ragazzini non si sa mai a che ora cenerai, o se cenerai. Butto giù, perché è così che si fa, e credetemi, se il mio senso
del gusto potesse parlare mi manderebbe in Papuasia a raccogliere i broccoli di Natale.
L'udito
L’udito selettivo è un altro dei sensi che si sviluppa con i figli. Quando è nata Nina, Gennarino aveva meno di due anni e la notte, per i prim
tempi, ci siamo divisi i bambini: la mamma si svegliava per allattare la piccola e io soccorrevo il grande durante il solito lamento notturno.
È stato in quelle notti proprio che ho sviluppato l’udito selettivo: riuscivo a sentire un colpo di tosse di Gennarino, che tra l’altro dormiva nell’altra stanza, e non mi accorgevo minimante di quello che accadeva a 30 centimetri da me, con Nina che piangeva ogni due ore. Non sentivo nulla: la tetta, il ruttino, il cambio pannolino.
Niente.
La vista
L’ultimo dei cinque sensi che viene rafforzato è la vista. Un genitore riesce a tenere d’occhio i bambini al parco anche a 500 metri di distanza
e pure se corrono in direzioni opposte. Certe volte devi tenere gli occhi pure dietro la testa!
Non vi dico poi le abilità visive che ci vogliono per togliere le spine dalla soglioletta fresca. Un esercizio di precisione, come se vi allenaste tutti i giorni con L’Allegro Chirurgo.
Se da un lato i cinque sensi vengono rafforzati da alcune delle cose appena descritte, dall’altro si modificano, soprattutto perché ogni santissimo giorno si ha davanti la bellezza, nel senso più pieno del termine.
I sensi si sono dovuti abituare a ricevere il miracolo della vita, ad accogliere quello che di più straordinario esiste.
Per esempio accarezzare il viso del bambino mentre dorme, o annusarlo appena sveglio mettendo il naso tra la testa e il collo. Aprire le orecchie quando farfugliano «papà» .
Gli occhi, poi, non si abitueranno mai alla bellezza del loro sorriso.
Tutte queste cose – oltre alla cacca e alle spine della soglioletta, chiaramente – potenziano l’olfatto, il gusto, la vista, il tatto e l’udito.
Insomma, rafforzano i cinque sensi che poi, dovete sapere, appena diventi papà aumentano pure di numero.
Con il senso di colpa arrivano a sei, ma questa è un’altra storia.
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Pezzo tratto da #12papè, calendario della paternità edito da Ultra Edizioni