Venerdì, 26 Aprile 2024

Dietro le quinte di Pompei con la Casa del giorno

Una dimora per ogni giorno della settimana. A Pompei torna “Casa del giorno”, l’apertura straordinaria di domus temporaneamente chiuse. Dal lunedì alla domenica sarà possibile visitare, in maniera straordinaria, una casa temporaneamente non aperta per manutenzione o restauro, entrando dietro le quinte di Pompei.

Ecco il programma

Lunedi: Casa dell’Ancora 

L’abitazione, aperta su Via di Mercurio, prende il nome dall’ancora raffigurata nel mosaico dell’ingresso, simbolo della tranquillità e della sicurezza che la dimora offriva ai propri abitanti; presenta una planimetria assolutamente originale nel panorama pompeiano. La parte posteriore è infatti organizzata su due livelli posti a differenti quote: il piano superiore è incentrato intorno ad un’ampia terrazza su cui affacciavano tre grandi sale da ricevimento, quello inferiore è occupato da un giardino, posto ad una quota molto più bassa, attorno al quale corre un portico coperto a pilastri. Al centro di uno dei bracci del portico è una grande edicola con raffigurazione di due timoni e un altare che costituiscono un sacello destinato al culto di Venere. L'abitazione è stata interessata da un intervento di restauro degli apparati decorativi nel 2015 nell'ambito del Grande Progetto Pompei.

Data di scavo: 1826-1827; 1828-1829.

Martedì: Domus di Marco Lucrezio Frontone

Dietro una semplice facciata si apre una delle più eleganti case pompeiane, caratterizzata da una raffinatissima decorazione pittorica ricca di rimandi letterari e artistici funzionali a sottolineare l’alto livello culturale del proprietario. Il fulcro della casa che illustra la raffinatezza del proprietario è costituito dall'atrio e dal tablino.

Nell'atrio sono degni di nota la vasca in marmo dell’impluvio e un tavolo con zampe leonine dove venivano esposte le suppellettili. Il tablino* presenta una decorazione con il trionfo di Bacco e Arianna e gli amori di Venere e Marte. Questi sono affiancati da rappresentazioni di ville marittime, un soggetto particolarmente in voga, e quadri con nature morte. Sulle pareti del giardino sono rappresentate scene di caccia tra leoni, pantere, orsi e animali domestici, secondo una moda molto diffusa per la decorazione degli spazi semi-aperti.

La casa era abitata dal magistrato Marcus Lucretius Fronto, il cui nome ci è tramandato dalle iscrizioni elettorali sulla facciata della casa.

Data di scavo: 1899-1900; 1972-1974.

Mercoledì: Terme del Foro

Le Terme del Foro si trovano alle spalle del Tempio di Giove  e risalgono agli anni immediatamente successivi la deduzione della colonia di veterani da parte del generale Silla (80 a.C.). Parte femminile e parte maschile disponevano di ingressi separati.

La sezione maschile presenta sequenza di apodyterium (spogliatoio), utilizzato anche come tepidarium (per i bagni di media temperatura), frigidarium (per il bagno freddo), calidarium (per il bagno caldo). Come molti edifici a Pompei, le terme subirono gravi danni durante il terremoto del 62 d.C. Lo stato attuale è in gran parte il risultato dei successivi lavori di restauro. Notevole la cura e l’impegno dedicati alla decorazione degli ambienti, come ad esempio le nicchie per riporre abiti e oggetti per il bagno decorate con figure maschili in terracotta (telamoni) e la volta con elaborati stucchi a rilievo dell’apodyterium-tepidarium. Nello stesso ambiente si può notare un grande braciere di bronzo che serviva per il riscaldamento.

La parte femminile, più piccola era in ristrutturazione al momento dell’eruzione. Più di 500 lucerne trovate nella zona d’ingresso della parte maschile dovevano servire per l’illuminazione durante le aperture serali.

Data di scavo: 1823-1824.

 

Giovedì: Casa dei Ceii

La severa facciata della casa, caratterizzata da riquadri in stucco bianco e da capitelli di forma cubica posti al di sopra degli stipiti della porta, permette di apprezzare uno dei rari esempi di dimora antica di età tardo-sannitica (II sec. a.C.). Entrati nella casa, si nota la vasca dell’impluvio realizzata da frammenti di anfore posti di taglio, una tecnica diffusa in Grecia e attestata a Pompei anche nella Casa della Caccia Antica.

Nel piccolo giardino la parete di fondo è decorata con animali selvaggi, tema di grande successo nella decorazione di aree aperte. Nelle pareti laterali sono raffigurati paesaggi egittizzanti con animali del Delta del Nilo, che probabilmente indicavano un legame del proprietario della casa con il culto di Iside, molto diffuso a Pompei negli ultimi anni di vita della città. La casa probabilmente apparteneva, sulla base di un’iscrizione elettorale dipinta sulla facciata, al magistrato LuciusCeiusSecundus.

Data di scavo: 1913-1914.

Venerdì: Fullonica

Questo impianto produttivo era destinato al lavaggio dei panni e alla sgrassatura dei tessuti appena filati, e venne costruito nell'ultima fase di vita della città trasformando la struttura di un’originaria casa ad atrio. Al centro dell’atrio, al posto dell’impluvio, venne collocata una grande vasca, mentre al posto del precedente compluvio venne realizzato un lucernaio per sfruttare la parte superiore come terrazza per l’asciugatura dei panni. Altre vasche furono collocate nel giardino nella parte retrostante della casa.

Quando gli scavatori portarono in luce la fullonica (lavanderia), presso l’ingresso si rinvenne uno scheletro che recava con sé un gruzzolo di monete. Si suppose che si trattasse di Stephanus, proprietario della fullonica noto tramite iscrizioni elettorali, il quale, cercando di sfuggire con gli ultimi incassi, morì durante l’eruzione del 79 d.C. I collaboratori di Stephanus, quasi tutti schiavi, dovevano calpestare per ore tessuti e panni in un liquido contenente urina animale e umana, raccolta in vasi posti lungo le strade e funzionale a trattare i tessuti.

La fullonica è stata oggetto di grandi lavori di consolidamento delle strutture murarie e di restauro degli affreschi, terminati nel 2015. Nella cucina è stato riproposto l’originario allestimento voluto dal direttore degli scavi Spinazzola nel 1916, con la griglia in ferro per la carne ancora appesa alla parete e il vasellame necessario per la preparazione e la cottura degli alimenti, come pentole e treppiedi, disposto sul bancone.

Data di scavo: 1912-1913.

Sabato: Casa del Poeta Tragico

La casa che conserva la forma tradizionale di una casa ad atrio è famosa per il mosaico con la scritta CAVE CANEM (“attenti al cane”), posto all'ingresso principale e ora protetto da un vetro. Vi si accede da un ingresso laterale che porta direttamente al peristilio.

Atrio e tablino avevano raffinati mosaici, tra i quali quello con la scena di attori che si preparano per la recita, che ha dato il nome alla casa. Alla decorazione dell’ambiente di soggiorno fu dedicata una particolare cura: dei grandi quadri di soggetto mitologico con episodi tratti dall'Iliade è ancora visibile quello con Arianna abbandonata da Teseo, sulla parete opposta la “Vendita degli Amorini”, soggetto divenuto molto popolare a inizi ‘800, dopo lo scavo della casa. Nel peristilio si può notare una piccola edicola. Si tratta del larario, presente in quasi tutte le case e dedicato al culto dei Lari e di altre divinità protettrici della famiglia.

Gli originali dei mosaici e dei dipinti sono conservati al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.Nella casa è ambientata una parte del romanzo Gli ultimi giorni di Pompei di Edward Bulwer-Lytton (1838).

Data di scavo: 1824-1825.

Domenica: Casa dell’Ara Massima

L’atrio costituisce il perno della casa che, a causa del condizionamento dello spazio edificabile, presenta un impianto poco canonico ed è priva del consueto giardino. In asse con l’ingresso un piccolo vano al posto dell’abituale tablino è affrescato con un quadretto centrale raffigurante il mito di Narciso. Sullo stesso lato si apre una nicchia che costituisce il larario domestico con la raffigurazione del Genio familiare intento al sacrificio e dei due serpenti benauguranti disposti ai lati dell’altare votivo.

Nell'abitazione si rinvenne un raro tavolo avente come supporto una sfinge egiziana bronzea, ora esposto al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, oltre ad un gran numero di strumenti bronzei, tra cui 120 ami da pesca. Il nome della dimora deriva dal quadretto affrescato di Ercole stante presso un altare, quest’ultimo generalmente identificato con l’Ara Massima fondata dall'eroe a Roma, in cui forse in realtà è da riconoscere Ercole e Admeto davanti al sepolcro di Alcesti.

Data di scavo: 1903

Casa del Giorno: Apertura ore 9:15  - Chiusura ore 18:20 (ultimo accesso ore 18)

Dietro le quinte di Pompei con la Casa del giorno 1

Donatella Alonzi
Author: Donatella Alonzi
Giornalista professionista e videomaker. Animalista convinta, mamma di Lucia e di Bella, la sua buffa cagnolina.

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