Open to… Pezza a Colori
Sapete cos’è la pezza a colori?
Lo ha spiegato a tutt’Italia Armando Testa, titolare dell’agenzia pubblicitaria che si sta occupando di Open to Meraviglia, campagna di promozione del turismo varata dal governo per la quale sono stati spesi nove milioni di euro.
È infatti apparsa su un paginone del Corriere della Sera di oggi (giovedì 27 aprile 2023) una lettera che mi pare un bell’esempio di pezza a colori.
L’agenzia plurireferenziata scelta dall’Enit che ha “creato” la Venere di Botticelli in versione Influencer digitale ha ringraziato «per i commenti, i meme e le discussioni» che si sono scatenati dopo la presentazione di questa iniziativa di promozione turistica.
In altre parole i creativi pubblicitari che ci hanno “regalato” la Venere vestita Berskha sono più che contenti delle polemiche, del chiacchiericcio e di tutto il clamore che questa campagna – obiettivamente trash – sta suscitando.
Armando Testa chiude la lettera con un strabiliante “Erano più di 500 anni che non si parlava della Venere di Botticelli così tanto. Se non è meraviglia questa”.
Riassumendo: un paginone intero acquistato sul quotidiano più letto d’Italia per dire: “Voi non capite nulla di pubblicità. Noi siamo dei geni e voi parlando di noi avete abboccato alla campagna di marketing più innovativa di tutti i tempi”.
Di Meraviglia in questa faccenda c’è solo la pezza a colori sul giornale perché la logica del “purché se ne parli” non funziona sempre specialmente quando in ballo ci sono i soldi pubblici e quando l’obiettivo è la promozione del territorio e non i like ai post.
O nemmeno i meme su Instagram.
Ma veramente fate?
Sono stati poco meno di 2 milioni (1.721.637 per la precisione) i visitatori che solo nel 2021 hanno visto la Venere di Botticelli nella Galleria degli Uffizi di Firenze.
Numeri alla mano, la dea dell’amore avrebbe fatto volentieri a meno di questa svolta kitsch.
Di questa popolarità formato selfie.
Si sarebbe certamente rifiutata di essere associata a una campagna dove si promuove l’Italia ma il video di presentazione viene poi girato in Slovenia .
Di essere rappresentata vestita da teenager su una bici fuori al Colosseo che però più che a Roma mi pare di stare in Umbria o in qualche paesino del Chianti.
Di essere il volto di un sito che nella sua versione tedesca ha una serie di orrori di traduzione: Camerino è diventato GARDEROBE, Brindisi è TOAST e Salve giustamente HALLO (con nove milioni di euro lo potevano pagare un traduttore, un interprete. Ma pure uno stagista, un tedesco che viene in vacanza a Riccione per rimorchiare. Qualcuno meglio del traduttore automatico di sicuro se lo potevano permettere).
La Venere di Botticelli se ne sarebbe stata di sicuro buona buona negli Uffizi e non a mangiare una pizza sul Lago di Como (ma poi la pizza sul Lago di Como, e dai!)
Ma non pensate pure voi che Botticelli lo avrebbe buttato il dipinto se avesse saputo che 538 anni dopo sarebbe stato usato per una trashata del genere?
La Venere di Botticelli usata per il più becero dei “purché che se ne parli”.
La più triste delle pezze a colori.
Se l’obiettivo era il boom di meme e di tweet avvelenati potevate chiamare Rita De Crescenzo.
Sapete quante polemiche. Sapete il botto.
Roba da mille milioni di condivisioni e “sparagnavate” pure una cosa di soldi.
Scusaci Venere, scusaci Botticelli.
E visto che ci siamo: Scusaci Gioconda.
Anzi no, tu no.
Tutto sommato meglio che te ne stai a Parigi che qui in Italia facciamo solo figure di ….!